venerdì 21 settembre 2012

Il Guscio



Vivo in un guscio trasparente. Me lo trascino dietro tutto il giorno e, appena trovo il luogo adatto per fermarmi, mi chiudo la porticina trasparente alle spalle e sono al sicuro.
Nessuno può entrare,niente mi può far male, ma io posso vedere tutto quello che succede fuori.
E, credetemi, è uno spettacolo senza fine.
La sera i raggi del sole che tramonta si riflettono sulle pareti del mio guscio.
Allora io divento parte del rosso e dell’oro e anche i miei occhi sembrano risplendere di infinito.
Quando piove mi preparo una tazza di tè bollente e sto a sentire la pioggia.
E’ un suono ovattato e violento al tempo stesso.
Io mi metto tranquilla e dopo un po’ il suono della pioggia è dentro di me.
L’acqua mi scorre nelle vene.
Il mio sangue diventa pioggia argentina.
Quando nevica vivo in un igloo.
E’ stupendo osservare la forma dei fiocchi di neve mentre cadono sul mio tetto.
Sono stelle di ghiaccio cadute dalle code delle comete.
Quando il mio tetto ne è coperto ed io non vedo più niente fuori accendo una candela e mi metto a dormire sognando gli abeti carichi di neve.
Avete mai passeggiato in un bosco di abeti dopo una nevicata?
Dapprima non si sente nessun rumore .
Poi, quando tutto è silenzio e l’udito si affina, ci si accorge che il bosco parla.
Dei fruscii lontani ci fanno capire che qualche animale sta passando e la neve che si stacca dalle cime ha il rumore ovattato di un gomitolo di lana che cade su di un cumulo di neve.
Poi si sente la voce del bosco.
Gli abeti, che non si sono accorti della nostra presenza, si raccontano le antiche fiabe della foresta.
Li avete mai sentiti? Fanno lo stesso rumore della corrente che passa sui fili tra un palo e l’altro dopo la pioggia.
E poi c’è il vento.
Quando in primavera o in autunno il vento soffia nel bosco sul mio guscio arriva di tutto.
In primavera mi fermo spesso sotto i meli selvatici ed il vento mi ricopre di fiori: allora apro per un po’ la mia porticina e ne aspiro il profumo.
In autunno cerco gli aceri: le loro foglie cadenti sono come rosse fiammelle: portano con sé il calore dell’estate e lo regalano al terreno.
A volte sento il desiderio di sensazioni forti.
Allora mi avvicino alla grande cascata , richiudo bene la porticina e mi getto tra le acque impetuose.
Non sento il gelo dell’acqua ma il turbinio della bianca schiuma mi trascina con sé e mi riempie di paura e di emozione.
Mi sento come un sassolino trascinato da una forza immensa.
All’inizio mi pento e vorrei che qualcuno mi venisse a salvare ma so già che , dopo un po’, il violento turbinio dell’acqua mi entrerà dentro.
Il rumore dell’acqua mi pulserà nelle tempie ed io sarò parte di lei.


- Luciana Figini -






 


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