Vivo in un
guscio trasparente. Me lo trascino dietro tutto il giorno e, appena
trovo il luogo adatto per fermarmi, mi chiudo la porticina
trasparente alle spalle e sono al sicuro.
Nessuno può
entrare,niente mi può far male, ma io posso vedere tutto quello che
succede fuori.
E, credetemi, è
uno spettacolo senza fine.
La sera i raggi
del sole che tramonta si riflettono sulle pareti del mio guscio.
Allora io
divento parte del rosso e dell’oro e anche i miei occhi sembrano
risplendere di infinito.
Quando piove mi
preparo una tazza di tè bollente e sto a sentire la pioggia.
E’ un suono
ovattato e violento al tempo stesso.
Io mi metto
tranquilla e dopo un po’ il suono della pioggia è dentro di me.
L’acqua mi
scorre nelle vene.
Il mio sangue
diventa pioggia argentina.
Quando nevica
vivo in un igloo.
E’ stupendo
osservare la forma dei fiocchi di neve mentre cadono sul mio tetto.
Sono stelle di
ghiaccio cadute dalle code delle comete.
Quando il mio
tetto ne è coperto ed io non vedo più niente fuori accendo una
candela e mi metto a dormire sognando gli abeti carichi di neve.
Avete mai
passeggiato in un bosco di abeti dopo una nevicata?
Dapprima non si
sente nessun rumore .
Poi, quando
tutto è silenzio e l’udito si affina, ci si accorge che il bosco
parla.
Dei fruscii
lontani ci fanno capire che qualche animale sta passando e la neve
che si stacca dalle cime ha il rumore ovattato di un gomitolo di lana
che cade su di un cumulo di neve.
Poi si sente la
voce del bosco.
Gli abeti, che
non si sono accorti della nostra presenza, si raccontano le antiche
fiabe della foresta.
Li avete mai
sentiti? Fanno lo stesso rumore della corrente che passa sui fili tra
un palo e l’altro dopo la pioggia.
E poi c’è il
vento.
Quando in
primavera o in autunno il vento soffia nel bosco sul mio guscio
arriva di tutto.
In primavera mi
fermo spesso sotto i meli selvatici ed il vento mi ricopre di fiori:
allora apro per un po’ la mia porticina e ne aspiro il profumo.
In autunno cerco
gli aceri: le loro foglie cadenti sono come rosse fiammelle: portano
con sé il calore dell’estate e lo regalano al terreno.
A volte sento il
desiderio di sensazioni forti.
Allora mi
avvicino alla grande cascata , richiudo bene la porticina e mi getto
tra le acque impetuose.
Non sento il
gelo dell’acqua ma il turbinio della bianca schiuma mi trascina con
sé e mi riempie di paura e di emozione.
Mi sento come un
sassolino trascinato da una forza immensa.
All’inizio mi
pento e vorrei che qualcuno mi venisse a salvare ma so già che ,
dopo un po’, il violento turbinio dell’acqua mi entrerà dentro.
Il rumore
dell’acqua mi pulserà nelle tempie ed io sarò parte di lei.
- Luciana Figini -
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