" Beethoven tells you what it's like to be Beethoven and Mozart tells you what it's like to be human. Bach tells you what it's like to be the universe. ( Beethoven ci racconta cosa significa essere Beethoven e Mozart ci racconta cosa significa essere umani. Bach ci racconta cosa significa essere l'universo )
Una mattinata come un'altra a scuola; io e la mia collega di conversazione inglese abbiamo un'ora in compresenza in una prima linguistico.
I ragazzini di prima quest'anno sono particolarmente svegli e preparati e così è già possibile farli parlare in inglese su argomenti attuali.
Alcuni di loro sono ancora troppo timidi o poco disponibili a parlare in lingua, altri hanno delle effettive difficoltà di pronuncia, di fluency o di grammatica, ma molti sono già in grado di farsi capire e di parlare in modo più che accettabile, anche su argomenti piuttosto complessi.
La collega propone come argomento i social network: introduce brevemente l'argomento e poi lascia spazio agli interventi dei ragazzi.
Si parla anche di cyberbullismo e di fake profiles, quei profili falsi che appaiono su Facebook per far credere di essere quello che non si è oppure per prendere in giro qualcuno su Internet.
Sono felice di ascoltare i vari interventi: parlano un inglese semplice, spesso un pò scorretto, ma hanno 14 anni e sanno già farsi capire in una lingua straniera!
Io ho una domanda che mi gira per la testa già da qualche minuto e non ho il coraggio di farla.
Alla fine approfitto di una piccola pausa negli interventi e la faccio ( sempre in inglese, ovviamente ).
Sono curiosa di sapere qualcosa in più riguardo ai telefonini con connessione internet che TUTTI hanno...e vorrei sapere se è vero che con questi telefonini ci si può connettere ai siti porni senza nessun problema.
Un attimo di silenzio e di imbarazzo; dalle facce ho già capito tutto.
Qualcuno tenta di dire che no, non è vero, non ci si può connettere ai siti porno, ma poi gli altri lo guardano con un risolino in faccia e lo contraddicono.
Allora, il risultato della mia brevissima indagine era quello che già mi ero immaginata: un ragazzino in possesso di telefonino collegato a Internet PUO' vedere tutto il porno che vuole.
Chiedo se i genitori lo sappiano e le risposte sono un pò confuse: qualcuno dice che non se lo immaginano, altri dicono che il problema non se lo pongono.
Mi sembra che gli adulti siano diventati come le tre scimmiette che non vedono, non sentono e non parlano.
Ci rendiamo conto che questi telefonini vengono regalati ormai per la Prima Comunione?
Ma davvero nessuno ha niente da dire? Nessuno è sconvolto dall'idea che un bambino possa vedere dei filmati porno quando e come gli pare?
Mia figlia ormai ha più di vent'anni e quindi non sono toccata in prima persona da questo problema, ma mi chiedo come mai i genitori di bambini accettino questa cosa in modo così tranquillo.
Che idea della vita, dell'amore e del sesso può venire fuori da tutto ciò?
Per favore ditemi che ho capito male e che non è possibile per dei bambini accedere a dei siti porno.
Sarei felicissima di essermi completamente sbagliata!
Passeggiare per i sentieri della
Foresta Nera d’inverno, dopo una copiosa nevicata, è come essere
sospesi tra due mondi.
Da lontano arrivano le voci ed i
rumori gentili di Beiersbronn.
Poi, man mano che si prosegue, tutto
si affievolisce e si entra nel mondo della sospensione e del
meraviglioso.
Basta avere dei buoni stivali da
neve, una giacca impermeabile e tanta voglia di camminare ed ecco, si
è pronti per l’avventura.
Quella mattina sapevo già che
l’avrei trovata. Mi aspettava nel folto della pineta, sotto il pino
più alto, quello sommerso dalle ultime nevicate.
Non me l’aveva detto né fatto
sapere in alcun modo, ma, appena sveglia, avevo subito saputo che
aveva bisogno di me.
Il vento e la neve portano sempre
con sé dei messaggi.
Si trasmettono attraverso l’aria
gelida e pura delle giornate invernali.
Dapprima non si sente nulla.
Poi, piano piano, arrivano come
degli sbuffi, dei sospiri leggerissimi..
Sono dei sospiri diversi da quelli
che ci arrivano dalle anime dei defunti: sono gentili e tiepidi, ma
insistenti.
Quando i nostri cari ci vogliono
parlare lo fanno in punta di piedi: loro ci amano e vogliono solo
farcelo saper, in modo discreto.
Se non vogliamo sentire non se la
prendono. Sanno che noi spesso abbiamo paura, così non insistono e
magari, la notte dopo, ci appaiono in un sogno e ci fanno compagnia.
Invece le creature del bosco sono un
po’ prepotenti ; ti chiamano dolcemente, ma se non rispondi si
arrabbiano.
“Il Piccolo Popolo” : così
viene chiamato in tanti libri di fantasy .
Io so soltanto che ha popolato le
mie notti e le mie fantasie da quando mi posso ricordare, da quando,
da bambina , mi perdevo nelle storie della Fata dei Ghiacci e dei
Suonatori di Brema al punto da non sentire più nulla intorno a me .
Quella mattina era proprio la Fata
dei Ghiacci a chiamarmi: mi voleva invitare nel Castello Gelido, che
si trovava all’interno dei boschi di Obertal.
Aveva organizzato una grande festa e
ci teneva che io partecipassi, anzi, se non avessi partecipato si
sarebbe offesa tremendamente ed avrebbe fatto cader qualche slavina
di ghiaccio sui miei piedi.
Nella Foresta Nera, sui muri delle
casette dal tetto aguzzo che si trovano dappertutto, c’è scritto
“Achtung Dachlavinen” (attenzione slavine dal tetto).
La prima volta che ho visto quei
cartelli mi sono fatta delle grasse risate.
Poi una sera, ero sola soletta
nella mia stanzetta in cima alla casa, ho sentito un boato
terrificante.
Ho creduto che ci fosse un
terremoto: l’angoscia mi aveva bloccato il respiro ed il pensiero.
Poi, facendomi coraggio e notando
che la casa era ancora intera mi ero affacciata alla finestra ed
avevo scoperto che sotto, nel cortile, era caduta una valanga
impressionante di neve e ghiaccio: esattamente quella che fino a
pochi minuti prima si trovava sul tetto della mia casetta.
Non avevo più riso di quei
cartelli…
La Fata dei Ghiacci mi aspettava
vicino al ruscello ghiacciato.
C’erano dei riflessi di arcobaleno
purissimo che provenivano dal ruscello e si fondevano con quelli
della corona della Regina.
I brillanti di ghiaccio della corona
erano addirittura ancora più lucenti e colorati di quelli del
ruscello.
Aveva gli occhi azzurrissimi del
cielo ed un vestito color ghiaccio e celeste lungo fino ai piedi.
Mi scossi: la regina era adulata
dalla mia ammirazione, ma era di temperamento piuttosto impaziente.
Odiava aspettare gli umani, anche se
si trattava di una vecchia amica di infanzia.
Mi fece un cenno con la mano e
subito fui sulla sua incredibile slitta, tirata da una squadra
potente di cervi dai palchi immensi.
Non scivolavamo sulla neve, ci
volavamo sopra.
Non so come questi cervi riescano ad
evitare i vecchi pini imbiancati e le rocce che sporgono dal terreno,
ma nel giro di qualche minuto (questa fu almeno la percezione del
tempo che ebbi) ci trovammo di fronte al Castello Gelido.
Scesi dalla slitta e mi fermai
abbagliata davanti a quella immensa scultura brillante: i primi
raggi del tramonto la coloravano di giallo e rosa rendendola ancora
più irreale.
La Regina mi scosse.
Aveva fretta di dare inizio alla
festa…tutte le creature della foresta erano impazienti come lei e
le creature della foresta non bisogna mai farle aspettare…
- mini racconto ( follia ?) di Luciana Figini - 1999
Io qui? Guarda; noi camminiamo, lasciamo tutte quelle orme sulla sabbia, e loro restano lì, precise e ordinate. Ma domani ti alzerai, guarderai questa grande spiaggia e non ci sarà più nulla, un'orma, un segno qualsiasi, niente. Il mare cancella, di notte. La marea nasconde. E' come se non fosse passato mai nessuno. E' come se noi non fossimo mai esistiti. Se c'è un luogo al mondo in cui puoi pensare di essere nulla, quel luogo è qui. Non è più terra, non è ancora mare. Non è vita falsa, non è vita vera. E' tempo. Tempo che passa. E basta.
Manlio Sgalambro, filosofo, scrittore e poeta, è morto oggi. Per anni è stato il coautore di Franco Battiato e ci ha regalato brani stupendi, primo tra tutti "La Cura".
Lo ricordo ad un concerto di Franco Battiato all'Idroscalo di Milano; già così fragile, ma con la potenza interiore che solo la poesia può regalare.
Il brano che mi ha sempre emozionato di più è " Invito al Viaggio"; quella sua voce un pò aspra all'inizio e poi sempre più profonda ed emozionante, quasi a scavarti dentro; un testo che è poesia pura, quella che va cercando dentro l'anima gli angoli più nascosti per riportarli alla luce.
Poi la voce di Battiato, quasi uno Sgalambro un pò più giovane, che canta le stesse parole del poeta e le reinterpreta in modo raffinato, fino a terminare con un assolo in francese, con la voce di un cantante lirico che canta in falsetto, come un novello Farinelli...il risultato è una cascata di emozioni alla quale non vuoi assolutamente sottrarti...
Niente è più durevole del mutare, niente più costante della morte. Ogni battito del nostro cuore è una ferita, e la vita sarebbe un eterno sanguinare, se non esistesse la poesia. Essa ci concede quello che la natura ci nega: un'età d'oro che non arruginisce, una primavera che non sfiorisce, felicità senza nubi, giovinezza eterna...