Un omnibus attraversa il ponte strisciando come una farfalla gialla e qua e là un passante appare come un moscerino inquieto Grosse chiatte piene di giallo fieno sono spinte contro il buio molo e come una sciarpa di gialla seta la spessa nebbia pende lungo la banchina Le gialle foglie cominciano a svanire e palpitano dagli olmi del Temple e ai miei piedi il pallido, verde Tamigi giace come verga di giada sgualcita
Bruciare libri pare sia un'attività molto diffusa nella storia del genere umano.
Dal rogo della biblioteca di Alessandria, a quello dei libri ritenuti immorali nella Firenze di Girolamo Savonarola fino ad arrivare a Hitler ed al suo famosissimo "Buecherverbrennung", rogo dei libri di quegli scrittori considerati sconvenienti o immorali, l'umanità si è sempre distinta per le varie cacce alle streghe e per la distruzione sistematica delle opere di scrittori contrari ad un regime o,
semplicemente, liberi pensatori.
A volte, invece di condannare lo scrittore, semplicemente lo si ignora e si proibisce la diffusione delle sue opere.
Nel dicembre 1983 eravamo a Praga e nel resto d'Europa si era appena festeggiato il centenario dalla nascita di Franz Kafka, nato nel 1883 a Praga.
Il muro di Berlino non era ancora caduto e Kafka era ritenuto un autore scomodo e immorale nei paesi dell'Est.
Risultato: nella sua città natale neppure un cartello o una locandina a ricordare l'evento.
Un episodio particolare di "caccia alle streghe" e di cui credo in pochi si ricordino avvenne il 12 luglio del 1979 a Chicago ed è ricordato come la "Disco Demolition Night" ( Notte della Distruzione della Musica Disco ).
Durante una partita dei White Sox si mette in scena la "Demolition": tutti i fan che si fossero presentati con un vinile di musica disco da demolire avrebbero avuto un forte sconto sul prezzo della partita.
Detto fatto, durante la pausa tra le partite migliaia di persone portano in campo i vinili di disco music e li distruggono; a volte li bruciano al grido di "Disco sucks " ( più o meno traducibile con "la disco music fa schifo" )
Ma come si era arrivati a questo?
La musica disco, che aveva imperversato per tutti gli anni settanta, veniva ormai da molti descritta come "una bella donna senza cervello" o come "preconfezionata ".
In realtà non era la musica disco il vero nemico da colpire, ma lo stile di vita di cui era messaggera: il machismo tipico del rock aveva ricevuto un duro colpo dall'edonismo della Disco.
La "American Way of Life" si sentiva minacciata dagli espliciti riferimenti all'universo omosessuale della Disco e gli intellettuali criticavano aspramente la sua mancanza di impegno sociale e la sua studiata artificialità.
Nacque così il movimento "Disco sucks", dall'omonimo slogan e dappertutto iniziò una massiccia campagna anti-disco, che culminò appunto durante la partita di baseball del 12 luglio 1979.
A poco a poco la disco music declina; aprono club dove si ascolta musica rock, le discoteche dove si suona la disco chiudono una dopo l'altra e le case discografiche dei grandi artisti disco dimezzano i guadagni e si imbattono in una grossa crisi di vendite.
Nel mio piccolo ricordo nel 1979 l'apertura di una discoteca a Milano, mi pare si chiamasse 2001, dove si ballava e si ascoltava solo musica rock.
Io, discotecara indefessa, ero strabiliata: ballare in discoteca era sempre stato ritenuto una cosa "borghese" e riprovevole da parte di certi ambienti della sinistra.
Invece quella sera vidi ballare persone che non avevano mai ballato in discoteca in vita loro, e questo solo perchè la musica rock era ritenuta "di sinistra", mentre la disco era ritenuta "di destra"...mi metto ancora a ridere quando ci penso!
Comunque sia , fosse per colpa di questo cambiamento culturale o semplicemente perchè ormai aveva un pò stufato, la disco degli anni settanta era finita.
Il modo in cui ne è stata decretata la morte durante quella partita rimane comunque una delle cose più inquietanti nella storia della musica...
Finalmente qualche giorno a casa.
Tempo per riposarmi, svuotare la mente e scrivere.
Voglio iniziare lievemente, con qualche piccola considerazione, una canzone ed una poesia.
Sono
tornata a Dublino alla fine di marzo; una gita scolastica, piacevole e
senza problemi ( con i ragazzi non è sempre scontato che sia così! ).
Non ci tornavo dal 2002.
E'
sempre affascinante e rilassante, soltanto un pò più povera; la crisi
ha colpito duramente anche l'Irlanda e così si vedono in giro molti
cartelli di appartamenti ed uffici in vendita.
Non è la povertà
terribile che avevo visto la prima volta , nel 1985, ma non c'è più
neppure il benessere dei primi anni duemila.
Eppure Dublino affascina ancora, con la sua musica, le sue strade, i suoi pub , la sua lingua ed i tesori contenuti nei suoi musei.
Il vascello
d’oro
Un minuscolo vascello d’oro
leggero come una foglia
mosso da 9 invisibili rematori
attraversa il mare del tempo
e mi trasporta
in un magico e lontano paese
dove reale ed irreale si confondono
e dove i sogni
sono l’unica unità di misura
a cui riferirsi
- Luciana Figini ( luglio 2002 )
(ispirata da una navicella dorata di
origine celtica vista al National Museum di Dublino)