martedì 29 aprile 2014

Una Rosa


Buttate pure via
ogni opera in versi o in prosa
Nessuno è mai riuscito a dire 
cos'è , nella sua essenza, una rosa

 - Giorgio Caproni -




venerdì 25 aprile 2014

Sinfonia in Giallo


Un omnibus attraversa il ponte
strisciando come una farfalla gialla
e qua e là un passante
appare come un moscerino inquieto

Grosse chiatte piene di giallo fieno
sono spinte contro il buio molo
e come una sciarpa di gialla seta
la spessa nebbia pende lungo la banchina

Le gialle foglie cominciano a svanire
e palpitano dagli olmi del Temple
e ai miei piedi il pallido, verde Tamigi 
giace come verga di giada sgualcita

- Oscar Wilde -





giovedì 24 aprile 2014

Non succede solo ai Libri

Bruciare libri pare sia un'attività molto diffusa nella storia del genere umano.
Dal rogo della biblioteca di Alessandria, a quello dei libri ritenuti immorali nella Firenze di Girolamo Savonarola fino ad arrivare a Hitler ed al suo famosissimo "Buecherverbrennung", rogo dei libri di quegli scrittori considerati sconvenienti o immorali, l'umanità si è sempre distinta per le varie cacce alle streghe e per la distruzione sistematica delle opere di scrittori contrari ad un regime o,
semplicemente, liberi pensatori.




A volte, invece di condannare lo scrittore, semplicemente lo si ignora e si proibisce la diffusione delle sue opere.
Nel dicembre 1983 eravamo a Praga e nel resto d'Europa si era appena festeggiato il centenario dalla nascita di Franz Kafka, nato nel 1883 a Praga.
Il muro di Berlino non era ancora caduto e Kafka era ritenuto un autore scomodo e immorale nei paesi dell'Est.
Risultato: nella sua città natale neppure un cartello o una locandina a ricordare l'evento.

Un episodio particolare di "caccia alle streghe" e di cui credo in pochi si ricordino avvenne il 12  luglio del 1979  a Chicago ed è ricordato come la "Disco Demolition Night" ( Notte della Distruzione della Musica Disco ).
Durante una partita dei White Sox si mette in scena la "Demolition": tutti i fan che si fossero presentati con un vinile di musica disco da demolire avrebbero avuto un forte sconto sul prezzo della partita.
Detto fatto, durante la pausa tra le partite migliaia di persone portano in campo i vinili di disco music e li distruggono; a volte li bruciano al grido di "Disco sucks "      ( più o meno traducibile con "la disco music fa schifo" )





Ma come si era arrivati a questo?
La musica disco, che aveva imperversato per tutti gli anni settanta, veniva ormai da molti descritta come "una bella donna senza cervello" o come    "preconfezionata ".
In realtà non era la musica disco il vero nemico da colpire, ma lo stile di vita di cui era messaggera: il machismo tipico del rock aveva ricevuto un duro colpo dall'edonismo della Disco.
La "American Way of Life" si sentiva minacciata dagli espliciti riferimenti all'universo omosessuale della Disco e gli intellettuali criticavano aspramente la sua mancanza di impegno sociale e la sua studiata artificialità.
Nacque così il movimento "Disco sucks", dall'omonimo slogan e dappertutto iniziò una massiccia campagna anti-disco, che culminò appunto durante la partita di baseball del 12 luglio 1979.




A poco a poco la disco music declina; aprono club dove si ascolta musica rock, le discoteche dove si suona la disco chiudono una dopo l'altra e le case discografiche dei grandi artisti disco dimezzano i guadagni e si imbattono in una grossa crisi di vendite.

Nel mio piccolo ricordo nel 1979 l'apertura di una discoteca a Milano, mi pare si chiamasse 2001, dove si ballava e si ascoltava solo musica rock.
Io, discotecara indefessa, ero strabiliata: ballare in discoteca era sempre stato ritenuto una cosa "borghese" e riprovevole da parte di certi ambienti della sinistra.
Invece quella sera vidi ballare persone che non avevano mai ballato in discoteca in vita loro, e questo solo perchè la musica rock era ritenuta "di sinistra", mentre la disco era ritenuta "di destra"...mi metto ancora a ridere quando ci penso!

Comunque sia , fosse per colpa di questo cambiamento culturale o semplicemente perchè ormai aveva un pò stufato, la disco degli anni settanta era finita.
Il modo in cui ne è stata decretata la morte durante quella partita rimane comunque una delle cose più inquietanti nella storia della musica...



Un' Immagine della "Demolition Night "


lunedì 21 aprile 2014

In Viaggio con Enya

Una poesia di molti anni fa, qualche brano magico di Enya e...
il viaggio può avere inizio anche stasera...



Le nebbie di Avalon



Improvvisa

la tua voce

di cristallo puro

irrompe

attraverso i ghiacciai

e trascina con sé

le folle

dei nostri pensieri



Apri la porta

al mondo della magia

al di là di essa

paesaggi sconfinati

e distese infinite

di mare ribollente

per placare

la nostra sete

di libertà





Mi conduci per mano

su di una spiaggia

ancestrale

fitta

di minuscole

conchiglie bianche

e lambita

da un mare

di avorio e cobalto



Mi scagli

verso l’orizzonte

sopra tutte le cime

più inaccessibili

e rendi le mie mani ali

ali di condor

libero e maestoso

a planare

sopra

i lontani presepi terrestri








Poi

improvviso

il tuffo

fammi navigare

fammi risalire

oltre Tripoli

ed il Mar Giallo

fino alle ombre di Avalon

e al potere di Babilonia

al di là

della Barriera Corallina

mi hai lanciato

come una freccia

dall’arco della tua musica

ed il viaggio

è appena iniziato…

verso l’isola della Luna

a Nord e poi a Est

fino all’estremo Sud…





Il tocco delle tue dita

accarezza

i tasti del pianoforte

come le mani di una donna

che accarezzano l’amante

come il tocco felpato

dell’amore

e del desiderio

è la tua musica

che scivola

dal cuore

più in basso

dove

tutte le emozioni

si raccolgono



e subito è la quiete

cade la sera

e le ali si raccolgono

ed i passi si fanno pesanti

mentre attraversiamo il bosco

verso un luogo

dove nessuno ci può seguire

a casa…

proprio a casa…

pur essendo mille miglia lontani

La voce

di nuovo la tua voce

magia

o maleficio

che ci invita

a perdere la ragione






E di nuovo

è il frangersi delle tempeste

contro gli scogli d’Irlanda

il boato dell’oceano

attraverso le grotte

del tempo

la pioggia battente

sul tetto di una capanna

fatta di paglia



L’ho già sentito

questo suono

nelle pietre dei Celti

le ho toccate

le ho ascoltate

avevano la stessa melodia

della tua voce



Voce del tempo

e dello spazio

hai riportato in vita

il mistero di Stonehenge

e tutte le paure

e tutte le emozioni

dell’uomo

che parlava la tua lingua



Il suono della cornamusa

ci ha risvegliato

dormivamo

sulla nostra isola

il sonno più pesante

quello che tutto riduce

a fredda razionalità

quello che non fa più distinguere

la bellezza

la passione

lo sguardo di un amico

il colore del desiderio



Ci hai destato

ed ora

tutti noi

come in un sogno

ad occhi aperti

abbiamo ripreso

le nostre canoe

ed abbiamo lasciato

l’isola tranquilla

per affrontare

le nebbie del mistero…








Il mare è vasto e buio

ed abbiamo tutti paura

ci voltiamo

e quasi con sollievo

scopriamo

che la riva è già lontana

già si aprono

davanti a noi

le nebbie di Avalon

ed il cuore

quasi scoppia

di impazienza

ed eccitazione


- Luciana Figini - (1996 - ascoltando Enya )




















sabato 19 aprile 2014

Echi di Dublino




Statua di Molly Malone a Dublino

 
Finalmente qualche giorno a casa.
Tempo per riposarmi, svuotare la mente e scrivere.
Voglio iniziare lievemente, con qualche piccola considerazione, una canzone ed una poesia.

Sono tornata a Dublino alla fine di marzo; una gita scolastica, piacevole e senza problemi ( con i ragazzi non è sempre scontato che sia così! ).
Non ci tornavo dal 2002.
E' sempre affascinante e rilassante, soltanto un pò più povera; la crisi ha colpito duramente anche l'Irlanda e così si vedono in giro molti cartelli di appartamenti ed uffici in vendita.
Non è la povertà terribile che avevo visto la prima volta , nel 1985, ma non c'è più neppure il benessere dei primi anni duemila.
Eppure Dublino affascina ancora, con la sua musica, le sue strade, i suoi pub , la sua lingua ed i tesori contenuti nei suoi musei.





Il vascello d’oro

Un minuscolo vascello d’oro
leggero come una foglia
mosso da 9 invisibili rematori
attraversa il mare del tempo
e mi trasporta
in un magico e lontano paese
dove reale ed irreale si confondono
e dove i sogni
sono l’unica unità di misura
a cui riferirsi 

- Luciana Figini ( luglio 2002 )
(ispirata da una navicella dorata di origine celtica vista al National Museum di Dublino)