sabato 31 marzo 2012

Black Magic Woman

Ciò che voglio proporvi oggi è un altro piccolo tuffo nel passato e precisamente verso l’inizio degli anni settanta , quando ascoltare musica di buona qualità era davvero un’impresa ardua, per veri pionieri.
Allora, vediamo: c’erano solo le stazioni radio nazionali che trasmettevano principalmente musica melodica e leggera. Niente Radio Capital o Virgin Radio.
Le trasmissioni televisive erano abbastanza noiose ( oggi invece …! )   e in quanto a musica il genere era sempre lo stesso, anche se qua e là qualche apparizione nuova c’era : Lucio Battisti, i New Trolls,
 l’Equipe 84 ecc.
Quello che mancava quasi completamente era la musica inglese e americana; il mondo era in subbuglio, era l’epoca delle grandi contestazioni e dappertutto nascevano nuovi modi di fare e intendere la musica ma da noi nulla , il vuoto più completo.
Qualche hit – parade casalinga ci faceva capire che qualcosa stava succedendo a livello musicale , ma più di questo non si sapeva.
Finchè arrivò “Per Voi Giovani”, trasmissione radiofonica pomeridiana destinata ai teenagers che ebbe il merito grandissimo di far conoscere la nuova musica inglese e americana anche ai non addetti ai lavori, anche ai ragazzi di provincia come me.
E allora fu come l’irruzione di un nuovo mondo nelle nostre menti affamate di nuovo : imparare i nomi, le formazioni, i testi a memoria divenne importante come studiare a memoria i verbi forti tedeschi o le declinazioni in latino.



Questa immagine mi ha affascinato per anni e  rappresenta per me il primo contatto con un genere completamente nuovo di musica e di cultura: è la copertina enigmatica di un disco famosissimo dei Santana.
Apparentemente è la testa di un leone, ma nasconde molte altre immagini (provate a cercarle !) .
I Santana sono stati il primo gruppo “pop” che ho ascoltato in quegli anni e proprio a “Per voi Giovani “.
Fondevano generi musicali diversissimi l’uno dall’altro per creare nuove, stupefacenti sonorità.
La durezza del rock si mischiava con la sensualità della musica latino-americana e con il vigore ed il mistero degli strumenti e delle atmosfere  africane.
Gli strumenti musicali usati dai Santana erano dei più vari e diversi tra di loro: dai bonghi all’organo elettrico,dal timpano alla tromba, al basso, e alla batteria.
Su tutto sovrastava ( ieri come oggi, fortunatamente!) la magia della chitarra elettrica di Carlos Santana, vero sciamano della musica, creatore di atmosfere magiche e irreali, considerato allora il miglior chitarrista del mondo dopo Jimi Hendrix.




 “Black Magic Woman” è il titolo di uno dei più famosi brani dei Santana, ma anche dell’immagine che appariva in copertina nell’album “Abraxas” e che potete vedere qui sopra : una donna di colore nuda adagiata su drappi coloratissimi con gli occhi chiusi ed il viso rivolto ad una misteriosa creatura volante di colore rosso seduta su di un bongo , con le mani ad indicare qualcosa nel cielo.
Ecco cosa ci avevano portato i Santana: i colori, il suono ed il mistero di culture lontane ma sepolte anche dentro di noi.
I Santana non ci sono più ma ancora oggi  Carlos Santana rimane  uno dei migliori musicisti di tutti i tempi. Provate ad ascoltare “Singing winds,crying beasts” da Abraxas ad occhi chiusi e capirete qual è la magia che questo incredibile gruppo ha creato...
 






Un Ramo già fiorito





Caro Remo
oggi è il terzo giorno di primavera.
E dopo almeno tre vani tentativi il pesco e la mimosa hanno dato alla luce i loro piccoli bocci .
Come non essere , oggi , doppiamente felice di questi suoi fogli , anch'essi usciti improvvisamente dall'inverno tanto lungo ?
Più che di bocci si può parlare di un ramo già fiorito.
E ora aspetto solo di vedere l'albero intero.

( da una lettera di Cristina Campo a Remo Fasani - 23.3.1952 )  



 

venerdì 30 marzo 2012

Chinese Inspiration



Quando il sole fa giochi di prestigio
il mare è una miniera d'oro a cielo aperto.

(Shu Cai - 1992 )

  



Ho un giardino in cielo,
perchè ho voluto abitare sulla Terra ?

( Shu Cai - 1990 )




Anche se tu indossassi abiti del cielo,
vorrei aprire quei bottoni di stelle 

( Mang Ke  - 1978 )



Pensieri e Parole

Quando si parla di musica il mio punto di riferimento sono gli anni settanta e ottanta (dai, ditemi che non l'avevate ancora capito , ah ! ah! ah! ) ma questo non vuol dire che disprezzi la musica odierna, anzi.
Non sopporto le persone che suonano sempre la stessa tiritera ("Ah, la musica di oggi non vale niente! Vuoi mettere gli anni sessanta , settanta ...." " Non ci sono più i complessi di una volta " "La musica italiana di oggi fa schifo...") e via dicendo...
Ho ancora in mente quello che si diceva dei giovani quando anche io ero giovane e non voglio fare lo stesso errore.
Sono ancora curiosa, mi piace seguire la musica moderna, spesso mi faccio indicare le nuove tendenze da mia figlia o dai miei studenti e spesso scopro cantanti e complessi davvero interessanti.
Ho già dedicato spazio ad Adele, ad alcuni complessi moderni di lingua inglese  e ad alcune giovani cantanti italiane.
Oggi voglio ascoltare e farvi ascoltare alcuni gruppi italiani odierni che ritengo originali ed in continua evoluzione.
E' solo un assaggio, perchè di complessi italiani validi ce ne sono a decine .
Come al solito spero vi piacciano e vi facciano un pò sognare.


Meno male che i Litfiba si sono rimessi insieme ! Ho ascoltato ancora poche delle canzoni del nuovo album , ma sono davvero contenta di risentire la chitarra di Ghigo e di rivedere lui e Piero Pelù di nuovo insieme .





Gli Afterhours e la magica voce di Mina "mimata" dalla figlia.
Risultato : una canzone magica.



Un paesaggio tipico della bassa lombarda , un anziano podista e la musica quasi irreale dei Subsonica .
Il video è quasi  una  piccola storia , una piccola e misteriosa storia  padana...

P.S. Come avete notato non c'è nessuna pianura padana nel video dei Subsonica; quel video è letteralmente sparito da Youtube, così come sempre più video spariscono da Youtube ogni giorno, quindi ho dovuto sostituirlo con un video "handmade" piuttosto insulso.
La musica rimane comunque magica...

mercoledì 28 marzo 2012

Milano ed un grande Poeta

Uno dei grandi amori della mia vita è stata  Milano.
Tra studio e lavoro ci ho passato quasi dieci anni, facendo la pendolare sui treni delle Ferrovie Nord.
Le mie compagne di classe abitavano quasi tutte a Milano e quindi anche la domenica prendevo il mio trenino per raggiungere la metropoli ed andare con loro al cinema, in qualche discoteca aperta alla domenica pomeriggio o semplicemente a mangiarci un gelato insieme in centro.
Più tardi Milano ha significato assemblee, cortei, pomeriggi alla biblioteca Sormani, serate a teatro, cineforum, concerti, eventi, locali.
Ancora oggi quando è possibile passo volentieri un pomeriggio in centro , a girare tra le librerie o  a visitare una mostra e qualche volta ci scappa un happy hour in Brera o un cinema in centro.



C'è un poeta , per quel che ne so io piuttosto sconosciuto, che ha catturato il fascino della Milano di oggi e di ieri in alcune sue bellissime poesie, alcune così brevi da sembrare quasi degli  haiku giapponesi.
Si chiama Giancarlo Consonni e quello che ho letto di lui è la raccolta di poesie LUI', pubblicata nel 2003 da Einaudi.
E' nato a Merate  ( Lecco ) nel 1943 e vive a Milano . ha pubblicato diverse raccolte poetiche in italiano e in dialetto milanese .
Quelle che seguono sono solo alcune di queste composizioni : io le trovo emozionanti.




Nebbia 

Vengono i tram
Polifemi
Nella nebbia




Graffiti

Il diluvio lascia segni
A Milano  
Li chiamano graffiti



 

La 92

E’ una fortuna
La 92 sotto casa

E se mi va
Prendo il giorno di spalle
Sul sedile girato all’indietro



Stella

All’uscita del passante
La lunga scala mobile
Certe sere
Mi consegna a una stella 




Neon

Cartacarbone , extrastrong e veline
Batteva in quattro copie la kore
Nessuna Mnemosine digitale
Ad aiutarla

Era al neon sul Carminati
Il monumento all’impiegata
La ragazza Carla
Mai dimenticata