domenica 10 gennaio 2016

Arrivederci

Carissime
carissimi
per il momento questo blog chiude qui.
Durante questi anni l'ho riempito di poesie, ricordi,  video musicali, commenti, citazioni da libri , racconti e altro.
Il senso di questo blog era il viaggio, vero o immaginato, un viaggio immobile, appunto, un mezzo per fantasticare con la mente o per ricordare i viaggi veri, anche quelli nella musica e nella poesia, non solo i viaggi materiali.
Ero davvero entusiasta all'inizio e soprattutto mi aspettavo un dialogo con chi mi leggeva.
Poi sono cominciate le prime difficoltà come i video di Youtube che improvvisamente sparivano dalla rete e che dovevo faticosamente recuperare e rimettere al loro posto ( rivedere tutti i post almeno una volta all'anno e sostituire i video spariti è davvero un'impresa! )
Aggiungiamo a ciò il fatto che il tempo è sempre poco, che sono spesso stanca e che spesso le idee non vengono ed il quadro è quasi completo.
Dico " quasi completo" perchè il problema principale resta quello della mancanza di dialogo con chi mi legge.
Mi rendo conto che Facebook è molto più immediato e diretto, ma davvero non mi so spiegare i pochissimi e risicati commenti che ho ricevuto da quando ho aperto questo blog.
Non importa, ci ho tentato, ma per il momento finisce qui.
Può darsi mi faccia di nuovo viva in futuro, chissà.
Nel frattempo, se mi volete contattare, potete scrivere alla mia mail:
lucianafigini@hotmail.com
o lasciare un commento a questo post.

Vi auguro uno splendido 2016, come al solito alla mia maniera, cioè in musica!
Ciao Luciana



lunedì 12 ottobre 2015

Dreams




Non sono niente.
Non sarò mai niente.
Non posso volere d’essere niente.
A parte questo,
ho in me tutti i sogni del mondo.
 
-Fernando Pessoa-




...eccomi ancora, vedo la visione di cristallo
e tengo le mie visioni per me stessa
Sono solo io che voglio avvolgermi attorno ai tuoi sogni?
Hai qualche sogno che vorresti vendere?
Sogni di solitudine, come un battito di cuore che ti fa impazzire
nell’immobilità del ricordo
di cio’ che avevi, e di cio’ che hai perso
di cio’ che avevi, e di cio’ che hai perso... 

( da "Dreams" dei Fleetwood Mac )

martedì 6 ottobre 2015

Tempo di Giostre

Era un classico dell'autunno: la disperazione alla fine delle vacanze, l'angoscia di ricominciare un altro anno scolastico al liceo.
Aggiungi il fatto che la scuola era a Milano e ti toccava alzarti tutte le mattine alle 6 e la disperazione era al massimo.
Poi un giorno - verso fine settembre - ( allora la scuola cominciava il primo di ottobre, ricordate? ) prendevi il treno e portavi i tuoi libri usati da vendere davanti alla scuola.
Rivedevi le tue compagne ( Liceo Linguistico Manzoni - solo femminile ! ), riattraversavi i Giardini pubblici di Milano in tutto il loro splendore autunnale, ti fermavi con un'amica a prendere un gelato in piazza Cavour...
E allora la disperazione piano piano lasciava spazio all'amicizia, al gossip sugli amorazzi estivi, alle risate tra compagne di classe, alle aspettative sul nuovo anno scolastico.
E poi c'erano le giostre: ultimi sprazzi di divertimento estivo, consolazione per i poveri scolari prima del'inizio della scuola.
A settembre a Palazzolo, poi a Desio, Cesano e infine a Varedo verso la metà di ottobre.
Un'orgia di zucchero filato e autoscontri a cui non si poteva in alcun modo rinunciare.
Ricordo che una volta avevo una sfilza di regole di latino da studiare e nessuna voglia di rinunciare alle giostre della festa di Varedo.
Soluzione: passare tutta la domenica ad andare sulle giostre e buona parte della domenica notte a studiare latino. Ovviamente il giorno dopo ero fresca come una rosa...




Sugli autoscontri e ai bordi della pista degli autoscontri si consumavano i migliori riti di " acchiappamento ".
I ragazzi ti pagavano spesso le corse, i proprietari degli autoscontri ti davano spesso dei gettoni gratis per attirare sempre più ragazze, le quali avrebbero attratto sempre più ragazzi, che avrebbero pagato le corse alle ragazze ecc. ecc.
Per quel che riguarda il "cuccaggio" le piste di autoscontri erano le uniche che riuscissero a vincere la competizione con le discoteche, anche perchè in discoteca se eri piccola non ci andavi, ma alle giostre ci andava chiunque.
Il piacere di scontrarsi con l'auto di qualche bel ragazzo è uno dei più vividi ricordi della mia prima adolescenza.
Poi ovviamente non ci combinavi proprio nulla: troppo piccola tu, troppo imbranato lui, ma tutto il rituale era davvero emozionante.




Le "catene",dette anche "calcinculo": ci sono salita una sola volta in vita mia, avrò avuto tredici anni.
Una sensazione di malessere e la voglia di scendere subito; poi un cretino si è agganciato dietro al mio seggiolino ed ha cominciato a farmi volare per aria come un pupazzo.
Risultato: urla a tutto spiano, maledizioni contro il cretino ed una bella vomitata all'arrivo.
Basta, non ne ho voluto più sapere, al massimo salivo sui "dischi volanti".
L'altezza e la velocità mi hanno sempre fatto paura: quando portavamo Annalisa piccola sul Bruco lei rideva a crepapelle mentre io mi sentivo un pò - come dire - a disagio.





Ah, sì , la colonna sonora delle giostre: banale , pacchiana e scontata, ma quanto adatta a quelle domeniche  "lunatiche", come direbbe il buon Vasco!
Provate ad ascoltare "Yellow River" o "Tweedle dee Tweedle dum" ad occhi chiusi; magari riuscite a ricordare ancora l'atmosfera di quei tempi!
E, a proposito, varedesi, buona festa di Varedo!




sabato 3 ottobre 2015

C'è un albero dentro di me


C'è un albero dentro di me
trapiantato dal sole
le sue foglie oscillano come pesci di fuoco
le sue foglie cantano come usignoli

è un pezzo che i viaggiatori sono discesi
dai razzi sul pianeta ch'è in me
parlano una lingua che ho udito in sogno
non ordini non vanterie non preghiere

in me c'è una strada bianca
le formiche passano coi semi di grano
i camion passano col chiasso delle feste
ma il carro funebre - è proibito - non può passare

in me il tempo rimane
come una rosa rossa odorosa
che oggi sia venerdì domani sabato
che il più di me sia passato

che resti il meno
non importa...

- Nazim Hikmet -

  

( ...dedicata a me e a tutti quelli che tengono dentro di sè una rosa rossa odorosa nonostante il passare del tempo... )
 






sabato 12 settembre 2015

Il Cuore delle Donne

Qualche settimana fa ho visitato " La grande Madre" a Palazzo Reale a Milano, una  mostra sul potere creativo della donna nell'arte e non solo.
E' un piccolo viaggio dentro il cuore delle donne, dentro spazi ed emozioni che noi tutte conosciamo, in modo razionale o istintivo.
Potete trovare informazioni precise riguardo a questa mostra su Internet; io mi limiterò ad esprimere le mie emozioni e le mie riflessioni di fronte ad alcune opere e testimonianze all'interno di questo evento.



Marisa Merz - Senza Titolo



L'opera di Marisa Merz è una piccolissima fontana, che scaturisce da una specie di piccolo rottame metallico piegato in modo da contenere l'acqua che esce.
Mi emoziona l'idea della sorgente, dell'acqua che riesce comunque a scaturire, anche dai rottami, anche dalle situazioni più difficili. Ecco quello che mi ricorda " Senza Titolo" di Marisa Merz, la potenza delle donne, la loro capacità di dare, anche nei momenti più duri.

 

Sarah Lucas - Mumum


Una giovane donna parla nel suo blog della decisione sofferta di lasciare il lavoro per curare i tre figli: sofferenza, dubbi, rimpianto per avere lasciato un lavoro importante, senso di colpa per tutti i sacrifici che i genitori avevano fatto per farla studiare.
La giovane donna racconta tutto questo quasi chiedendo aiuto a chi legge: " Ho fatto la scelta giusta?" - sembra chiedere.
Io non so se lei abbia fatto la scelta giusta; molto probabilmente, quando i figli saranno cresciuti, rimpiangerà di avere lasciato un lavoro prestigioso e ben pagato, ma la domanda a mio parere è un'altra:
- Quale uomo lascerebbe il proprio lavoro per curare i figli?-
La risposta a questa domanda datela voi, anche se secondo me è scontata, ma la decisione della giovane donna, condivisibile o meno, ci mostra un aspetto della grandezza delle donne, disposte a tutto per i propri figli, ma ci mostra anche la ristrettezza mentale e lo squallore culturale di una società che è ancora contro le donne e che le obbliga a scelte ingiuste.
Dedico l'opera " Mumum " di Sarah Lucas proprio a questa coraggiosa giovane donna: questa specie di sedia a dondolo fatta di calze riempite di morbida bambagia assomiglia proprio a lei, che si è trasformata in nido accogliente e caldo per i propri figli.


Frida Kahlo - La Cerva ferita




Adoro Frida Kahlo, anche se i suoi quadri, per la maggior parte delle volte, mostrano il dolore, fisico e morale, che ha pervaso quasi tutta la sua vita.
Il suo coraggio, la sua passione ed il suo senso di indipendenza e libertà personale, sono dei piccoli fari che ha acceso per tutte noi.
La cerva del quadro riprodotto qui è trafitta da innumerevoli frecce, ma non si ferma e continua a galoppare nel bosco, forse una rappresentazione di quei boschi misteriosi che sono dentro il cuore di ogni donna.
Quante di noi si riconoscono in questa cerva che continua a correre nonostante le frecce?



Louise Bourgeois - Femme


La gravidanza e il parto sono tra i momenti più misteriosi nella vita di una donna: qualcuno cresce dentro di noi e questo è esaltante, ma allo stesso tempo inquietante.
Durante la gravidanza gli stati d'animo sono molteplici: si passa dalla assoluta depressione all'entusiasmo, dalla quiete notturna, durante la quale accarezziamo la nostra pancia e fantastichiamo sull'esserino che si sta formando, alla paura del parto, del dolore fisico e di tutto quello che il futuro ci riserverà.
Poi arriva il parto, dolore assoluto e insostenibile e la nascita - miracolo che nasce dal sangue-  e allora ci sentiamo di colpo vuote ma esaltate da questo meteorite che ci è caduto addosso e che si chiama figlio o figlia.
Sappiamo tutte che da questo momento la vita non sarà mai più la stessa...
Louise Bourges ( che potete trovare anche nel mio vecchio post " Omaggio alle Streghe " del 23 Dicembre 2012 ) esprime con grande chiarezza ed in modo impressionante il dolore legato alla gravidanza, mentre nel quadro che segue Dalì sembra avere perfettamente compreso l'esaltazione e la magia di avere tra le braccia un esserino che diventa tutto il nostro mondo.
Dolore e bellezza della nascita, evento magico che la società tende purtroppo troppo spesso a banalizzare...




Salvador Dalì - Baby Map of the World


L'opera che segue è una di quelle che ti provocano reazioni contrastanti: una serie di carrozzine e passeggini usati, molti sporchissimi e probabilmente usati anche da qualche senza tetto per trasportare le sue povere cose, tutti messi in sequenza uno vicino all'altro.
In mezzo, a formare una specie di sentiero, dei vecchi idranti usati dai pompieri.
Chiedersi razionalmente cosa significhi questa "opera d'arte" e se, appunto, sia da considerare un'opera d'arte o semplice spazzatura, non ha senso.
Come molte opere di arte moderna ci richiede solo di sperimentarla, di immergerci e lasciarci andare.
Passeggiare in mezzo a queste carrozzine malandate provoca tante sensazioni, ma soprattutto provoca tristezza e smarrimento.
Vengono in mente i clochard, i profughi in fuga con i loro bambini e quando si smette di pensare il senso di angoscia ti attanaglia e non sai perchè...
Io l'arte moderna la conosco poco e spesso mi mette in difficoltà, ma se un artista è capace di provocarti il mal di stomaco e qualche ripensamento va sicuramente apprezzato.



Nari Ward - Amazing Grace


Il femminismo, finalmente!
Un'intera ala della mostra a Palazzo Reale è dedicato al femminismo, italiano e straniero.
E qui mi riconosco interamente, questo è un ambito che mi appartiene e che sempre mi apparterrà.
Dal punto di vista politico ho spesso le idee confuse e ammetto di non capire sempre gli eventi del mondo, ma le idee femministe solo lì, in un angolo del mio cuore e non si muovono.
Dai tempi in cui andavo in piazza a manifestare queste idee hanno sempre fatto parte di me, ma non solo dal punto di vista mentale, anche dal punto di vista della pancia.
E' nella pancia che troviamo noi stessi, quello che davvero siamo e che niente può cambiare.




Barbara Kruger - Your Body is a Battleground


Ed ecco le opere d'arte delle grandi artiste femministe, i video ed i posters del movimento di liberazione italiano e mondiale, le foto delle donne che negli anni sessanta e settanta si ribellarono ad una società maschilista che le opprimeva e le rendeva schiave.
Oggi siamo più libere?
Questa è un'altra di quelle domande a cui non so rispondere e alla quale ho spesso tentato di rispondere (vedi post precedente  "Aria cupa" del 21 Febbraio 2013).
Da una parte sembra che le donne abbiano conquistato spazio e libertà personale, dall'altra vedo a scuola la fragilità di queste ragazzine legate all'idea di immagine e bellezza esteriore e sui giornali leggo  le notizie quasi quotidiane di violenza sulle donne.
Forse un pò di sano femminismo un pò intollerante servirebbe anche oggi!


Ketty La Rocca - Senza Titolo


E per finire questo piccolo viaggio un video che mi ha fatto ridere di cuore.
"Semiotics of the Kitchen" di Martha Rosler è un breve video del 1975 ed è una critica divertente contro la mentalità dell'epoca, che vedeva la donna relegata in casa e in cucina.
Le tre famose k tedesche - Kinder, Kueche, Kirche ( bambini, cucina, chiesa ) erano gli ambiti in cui le donne erano relegate in passato.
La protagonista del video si ribella a modo suo contro questa mentalità.
A me fa ridere anche perchè mi sembra la parodia di tante trasmissioni di cucina oggi così famose e che mi hanno sinceramente rotto le scatole!







venerdì 4 settembre 2015

Senza Parole





Chiuso
in una bomboniera di dolore
come un piccolo confetto amaro
mi riscaldo
nella mia coperta
di finissimo tulle

Ad ogni passo
come una monetina
risuono
nelle tasche del mio destino

- Luciana Figini - 
( dedicata al piccolo Aylan )






È davvero meraviglioso che io non abbia lasciato perdere tutti i miei ideali perché sembrano assurdi e impossibili da realizzare.
Eppure me li tengo stretti perché, malgrado tutto, credo ancora che la gente sia veramente buona di cuore.
Mi è impossibile costruire tutto sulla base della morte, della miseria, della confusione.
Vedo il mondo mutarsi lentamente in un deserto, odo sempre più forte l’avvicinarsi del rombo che ci ucciderà, partecipo al dolore di migliaia di uomini, eppure quando guardo il cielo, penso che tutto si volgerà nuovamente al bene, che anche questa spietata durezza cesserà, che ritorneranno la pace e la serenità.


Anna Frank - Diario

 

sabato 29 agosto 2015

Poems and Pictures - 7



Remedios Varo: " Papilla estellar " ( Pappa stellare ) - Particolare



Questo mi toccava
tutti i giorni
nutrire
la mia luna prigioniera
con la polvere di stelle 
che 
finemente
macinavo durante la notte.

Polvere di poesia
fine argento 
misto a platino brillante

La luna diceva di gradire
questo nutrimento stellare
e che non disdegnava
ogni tanto 
anche un pizzico 
di polvere di sogno

Una sera
sono andata a trovarla
ma la gabbia era aperta

Niente più luna prigioniera
solo un biglietto:

" Grazie del cibo luminoso
che mi hai regalato ogni giorno
con l'argento ed il platino delle stelle
mi sono costruita una chiave fatata
ed attraverso i tuoi sogni mi sono liberata. "

Io sono felice 
di questa fuga improvvisa
e la immagino
cavalcare le nuvole di sera
libera
...ma allora perchè già mi manca
e non vedo l'ora di catturarla di nuovo?
 

- Luciana Figini -