Il morto che ha paura di vivere si alza di notte rassetta la terra cambia l'acqua ai fiori della tomba si siede a guardare le stelle da lontano. Sfugge le rassicuranti chiacchiere dei vissuti, ora come allora, spiega l'anima stanca come un tempo i vestiti e a un tratto la terra gli si rivela piccola e minuziosa nei solitari compiti di fiorire e tramontare.
L'estate si avvicina e con lei i ricordi di una lontanissima infanzia.
Quando ero piccola le sere d'estate si riempivano delle grida dei bambini che giocavano sui marciapiedi ed in mezzo ai campi.
Questo è un racconto scritto tanti anni fa ricordando quei tempi lontani.
E' vero, è un pò lungo, ma cercherò, come al solito di inframmezzarlo con musica e illustrazioni .
Buona lettura!
Dalla finestra si sentono le voci degli
altri bambini che chiamano: Anna, Pierino, Giuliana, Lorenza e
Donato sono già nel cortile e chiamano Pietro a gran voce.
E’ una caldissima sera di luglio e,
come al solito, la banda dei bambini che abitano in via Madonnina si
sta raccogliendo per un’altra stupenda serata di gioco, risate e
litigi.
Pietro sta finendo di mangiare:
vorrebbe affrettarsi per raggiunger i compagni il più presto
possibile, ma la cotoletta che sta divorando è troppo gustosa per
lasciarla nel piatto a metà.
Forza, ancora un boccone e poi via.
Pietro fa per precipitarsi verso le scale ma poi si ferma ancora un
momento: e il dessert?
Cercando di non farsi vedere dai
genitori, che sono in sala a guardare il telegiornale, torna qualche
passo indietro verso la cucina.
Ecco, un bel panino con la Nutella è
quello che ci vuole, ma bisogna fare alla svelta, perché se no la
mamma lo sgrida (“Sei troppo grasso, Pietro, non devi mangiare più
dolci e gelati!”) ed i compagni si arrabbiano (“Dai
Pietrone!”-gridano-“ti vuoi decidere o no?”).
Alla velocità della luce il bimbo è
riuscito a prepararsi il panino agognato ed ora corre per le scale
tenendosi con una mano alla balaustra; l’altra mano è impegnata
a tenere stretto il panino prelibato che sta consumando con grande
soddisfazione.
Ridono gli amici quando lo vedono: ha
un grosso baffo di Nutella sopra le labbra , la bocca rigonfia di
panino e briciole ovunque sulla maglietta.
Davanti alla casa di Pietro c’è un
enorme campo di grano già mietuto: i contadini hanno lasciato covoni
di paglia ovunque.
Alla fine di questo campo, in direzione
di Palazzolo , ce ne sono ancora a perdita d’occhio.
Questi campi sono la palestra dei
ragazzi , la loro casa, il loro campo di calcio, la loro libertà.
Sul lato della casa di Pietro c’è
ancora quella strana scritta gigantesca che hanno fatto gli anarchici
(così gli ha spiegato il papà, anche se non è riuscito bene a
spiegargli chi siano questi anarchici):
VALPREDA INNOCENTE
La cosa più strana è che non si
capisce bene come abbiano fatto a scrivere queste parole così in
alto.
L’altro giorno Pietro ha voluto
imitare gli anarchici ed ha scritto sullo stesso muro, ovviamente
molto più in basso, utilizzando dell’erba fresca legata stretta.
Il risultato è stato un sonoro ceffone
da parte del padre e l’impegno di cancellare tutto con acqua e
sapone.
Pietro non capisce perché non
cancellino anche l’altra scritta: è forse più bella della sua?
Il mondo dei grandi è a volte
incomprensibile.
Si comincia a giocare, finalmente: il
primo gioco è il salto ad ostacoli nel campo.
Vince chi arriva prima alla fine del
campo saltando i covoni di grano.
Giuliana è la più veloce, insieme a
Pierino, chiamato così perché estremamente magro, a differenza del
grasso Pietrone.
I due corrono a perdifiato verso la
fine del campo.
Giuliana ha già tredici anni ed è la
più grande del gruppo, è molto veloce e molto orgogliosa di farlo
vedere, soprattutto a Pierino, per il quale ha un certo debole.
Certo il Pierino ogni tanto fa delle
cose molto schifose, tipo mettersi in bocca i lombrichi, ma ha degli
occhi e dei capelli scurissimi, che attirano Giuliana.
Giuliana ha il corpo scattante, lunghi
capelli scuri ed occhi azzurrissimi e corre come una gazzella.
Come previsto i due arrivano alla pari
in fondo al campo: tutti gli altri , ormai sono più di una decina,
li raggiungono ansanti.
Pietro si è fermato molto prima ed ora
si riposa sopra un covone.
Sa di essere il più imbranato ma
prende tutto con filosofia e non si arrabbia.
Adesso sta arrivando anche il Fabio.
Abita in una villetta dall’altro lato
della strada e suo padre ha una importante azienda.
Indossa sempre vestiti puliti ( dicono
che la mamma lo obblighi a farsi il bagno tutti i giorni ), ma alla
fine della serata è sporco e sudato come tutti gli altri.
Ora c’è un momento di pausa: è
l’ora del gioco dei verbi e delle belle statuine.
Tutti si siedono sui gradini davanti
alla bottega dello zio Silvio e si comincia.
Roberta comincia:“ R….are” ed
imita una persona che ricama.
Il verbo viene prontamente indovinato.
Segue il Donato che, imitando un discobolo greco , propone
“L…..are”- lanciare.
Poi intervengono Pierino e Pietrone e
si comincia a farsela addosso dal ridere.
Pierino propone “C…..are” ed
imita una persona sul water e Pietrone dice : “P……..are” e
fa finta di aprirsi i pantaloni davanti .
Qualcuno protesta, volano sassi verso i
due ma poi tutti scoppiano in risate irrefrenabili.
La Lorenza, dal gran ridere, cade dal
gradino e manca poco che non se la faccia addosso.
Poi arrivano le belle statuine: ognuno
sceglie una movenza o un’espressione e si immobilizza , proprio
come una statua .
Le statue più cretine sono ovviamente
quelle di Pierino e Pietro , che si sono immobilizzati con la lingua
fuori l’uno verso l’altro.
Adesso si parte col nascondino, il
gioco più amato in assoluto.
Davanti alla casa di Pietro c’è un
capannone in costruzione, pieno di anfratti e posti bui: l’ideale
per nascondersi.
“Amblimbero chebichebò, prendi
amorettina te la voglio dare , a star sotto tocca proprio a te…”
Dopo la conta è la Tina , la più
piccola di tutte, a star sotto e a contare con la faccia contro il
muro, mentre tutti gli altri si nascondono.
Pietro cerca un posto originale, per
non farsi trovare subito come al solito.
In mezzo al cortile c’è una ruspa
con il cucchiaio alzato.
Pietro si ci pensa su un sacco per
cercare di capire come ci può arrivare, finchè vede una scala.
L’appoggia di gran fretta alla ruspa
(“Presto! Gli altri si sono già tutti nascosti!) e ci si
arrampica, non senza difficoltà.
Appena arriva in cima fa uno scarto con
il piede ed inavvertitamente fa cadere la scala : “E adesso come
scenderò?”- pensa.
La situazione è certamente delle più
complicate: se non lo aiutano non riuscirà a scendere , ma d’altra
parte Pietro pensa anche che sarà davvero difficile per gli altri
trovarlo.
Il bimbo è pieno di dubbi: se invoca
aiuto tutti rideranno di loro, se se ne sta lì sopra avrà una
grande possibilità: vincere per la prima volta a nascondino.
A come scendere penserà dopo.
Pietro si accomoda alla belle e meglio
(“Non è nemmeno tanto scomodo”-pensa) e aspetta che la ricerca
cominci.
Ad uno ad uno i compagni vengono
scovati dalla piccola ma furbissima Tina, che se la ride di tutti .
Il suo riso sembra riempire l’aria e
per la prima volta Pietro lo trova davvero delizioso.
Non se n’era accorto mai prima d’ora:
i rumori qui sopra arrivano diversi, più chiari, più acuti.
Se la ride il Pietro, ad osservare gli
amici che, ad uno ad uno , vengono scovati dalla bimbetta.
Ad un certo punto sente uno scroscio di
risa: è la Tina che ha beccato il Pierino mentre pisciava in un
angolo del capannone in costruzione, pensando di essere ben nascosto.
Ride anche Pietro, al pensiero delle
cretinerie che l’amico Pierino combina quotidianamente.
Mentre ride il suo sguardo si volge
verso il cielo, ed è un’illuminazione: le stelle, a milioni,
occhieggiano sopra di lui nel cielo terso, quasi brillante di
luglio.
Si sdraia e comincia a guardarle
affascinato.
Sembrano pulsare come lucciole spaziali
e, se le osservi bene, ti sembrano quasi cadere addosso.
Pietro apre e chiude gli occhi più
volte , ed ogni volta la Via Lattea sembra apparire più lucente e
vicina...un tappeto di stelle…
Pietro guarda le stelle e, senza accorgersene, scivola lentamente in un sonno profondo;
non sente le voci degli amici che lo cercano e neppure quelle dei
genitori disperati .
Si gode un sonno profondo, popolato da
sogni di corse, risate e panini alla Nutella.
In uno di questi sogni sta correndo
velocissimo in un campo : si guarda dietro a sé e vede trionfante
Pierino e Giuliana che non riescono a stargli dietro .
Sorride nel sogno, ma si sveglia di
soprassalto con un dolore fortissimo alla guancia.
Il padre, vedendo la scala per terra,
ha pensato che potesse essersi nascosto nella ruspa e l’ha
raggiunto: ora si sfoga contro di lui urlando come un matto e
mollandogli un sonoro ceffone.
Pietro cerca di protestare, ma il
padre non si calma e urla a più non posso.
Adesso scendono tutti e due dalla ruspa
e Pietro si trova in mezzo ad un gruppo di mamme e papà che lo
redarguiscono in malo modo, anche se qualcuno non riesce a trattenere
il riso.
Gli amici stanno ridendo a crepapelle e
Pietro dapprima si vergogna , ma poi si accorge che non lo stanno
prendendo in giro: ridono dell’accaduto ma si legge nei loro visi
una sorta di ammirazione.
Pierino è tutto mossette e risatine:
gli fa le boccacce, lo canzona, ma poi gli fa un segno con il dito
e gli dice: “Sei troppo forte, ciccione!”
Pietro gli risponde per le rime “Taci
tu, stecchino , nessuno mi ha trovato!”
Il padre continua a urlargli dietro
tenendolo per un braccio, ma Paolo vede solo i suoi amici ed il
tappeto di stelle sopra di sé…
Da una brocca di vino, in mezzo ai fiori, solo, mi
verso da bere, senza un amico accanto; levando la coppa, invito la
pallida luna.
Ora siamo in due e, con la mia ombra, addirittura
in tre.
La luna - è vero - non osa bere. l'ombra, poi, si
limita a seguirmi macchinalmente, ma, almeno per un poco, ho
trovato dei compagni: la luna, l'ombra, disposti a fare
allegria, per arrivare alla primavera.
Mi metto a cantare, e
la luna tenta in modo maldestro qualche passo di danza.
Mi
metto a ballare, e l'ombra si agita scompostamente.
Finché
sono stato lucido, direi che ci siam fatti buona compagnia, Ma poi
ho preso una bella sbronza, e ciascuno se n´è andato per conto
suo.
Ormai legati per sempre, senza passioni, ci diamo
appuntamento, lontano, sul fiume delle nuvole.
Lĭ
Bái 李
白
( Poeta cinese noto anche come
“ L'immortale Poeta”, nato nel 701 d.C. , morto nel 762 d.C. )