sabato 18 aprile 2015

Alla Ricerca delle Radici - Quinta e ultima Parte

Mi rendo conto che non potrò mai ultimare questa storia di Varedo.
Più leggo il libro di Mario Merati e più trovo materiale, citazioni, descrizioni di periodi storici, di reperti, capitoli dedicati all'origine del nome di Varedo, all'origine dei cognomi più diffusi a Varedo, capitoli dedicati ai Bagatti, ai Crivelli, alla grande matematica Gaetana Agnesi...mai avrei immaginato che Varedo contenesse così tanta storia!!
Purtroppo il libro di Merati lo devo riportare in biblioteca ed il poco tempo che ho a disposizione, tra lavoro e famiglia, non è sufficiente per riassumere nel mio blog questa massa di informazioni.
Allora tornerò al punto dal quale sono partita: alla mia colonna di origine celtico-longobarda e invito tutti a continuare la ricerca leggendo, appunto, il libro di Mario Merati "Varedo dalle Origini ai Giorni nostri" che potete consultare in biblioteca o prendere in prestito.

Allora, dove eravamo arrivati?
Ai Romani, certo.
Che c'entrano i Romani con Varedo? C'entrano un sacco, perchè molti reperti di origine Romana sono stati trovati in momenti diversi del passato a Varedo.
Lungo il viale della Villa Bagatti vennero ritrovate delle tombe di origine Romana durante gli scavi per il trapianto degli alberi del 1884.
Nelle tombe c'erano resti di ossa umane, anfore, piatti, ampolle, lame di ferro, oggetti di abbigliamento.
I Bagatti trasportarono tutto il materiale reperito nel loro palazzo di Milano. Il Merati non dice se tale materiale sia ancora in quel palazzo.



Tipica tomba  di origine romana


Altre sepolture di origine romana vennero alla luce durante la piantumazione dei due filari di alberi lungo il viale del cimitero nel 1938: qui si trovarono anche monete, anfore e vasi, che vennero portate via dagli abitanti di allora ed in seguito gettate, perchè ritenute delle "cianfrusaglie" (!!!).

Una vera necropoli venne ritrovata nelle aree Snia durante i primi scavi negli anni 1920-21.
La necropoli era estesissima e ricca di reperti e richiamò torme di tombaroli che fecero razzia di tutto.
Il resto lo fecero le ruspe escavatrici durante la costruzione della Snia Viscosa...

E' triste pensare a quanta storia sia andata perduta,ma all'epoca la mentalità penso proprio fosse questa: gettare tutto quello che era vecchio.
Ne ho avuto un piccolo esempio nella mia famiglia.
La mia nonna materna abitava in una casetta di legno a Desio, in una zona in cui allora c'erano solo campi e frutteti.
Alla sua morte il figlio, la nuora ed i nipoti, che abitavano con la nonna nella casetta, acquistarono un appartamento in un piccolo condominio vicino all'ospedale di Desio e vi si trasferirono.
Molti degli oggetti appartenuti alla casetta vennero gettati via.
Era un modo come un altro per sottolineare la necessità e la voglia di cambiare vita: eravamo alla fine degli anni sessanta e tutto quello che era considerato vecchio o antiquato veniva buttato via.
Forse era un atto simbolico, nel caso dei reperti romani fu sicuramente un atto scellerato, ma così andavano le cose allora.


Punte di lancia di origine Longobarda ritrovate a Varedo


Quello che successe ai reperti di origine Romana successe purtroppo anche a molti dei reperti di origine Longobarda.
Nel maggio del 1962 vennero fatti dei lavori in Via Veronesi e qui vennero trovate tre tombe di origine Longobarda risalenti al VII-VIII secolo circa.
Appartenevano a guerrieri di alto rango ed erano dotate di un ricco corredo funerario.
All'interno delle tombe vennero ritrovati scudi, spade, ornamenti in oro, punte di lancia, coltelli, speroni, crocette in oro, braccialetti, gioielli.
Che fine fecero tutti questi incredibili oggetti?
Per la maggior parte vennero razziati dagli addetti ai lavori e dai curiosi presenti alla scoperta.
Altri, quelli meno preziosi, vennero semplicemente gettati via...appunto!
 


Calotto di scudo Longobardo ritrovata a Varedo


Solo una piccola parte di questi oggetti venne salvata dal nostro concittadino Merati.
Dietro sua segnalazione i pochi oggetti rimasti, alcuni dei quali potete vedere in fotografia, vennero ritirati dalla Sovrintendenza delle Antichità e sono attualmente ammirabili nel Museo Archeologico di Via De Amicis a Milano.
Penso che quest'estate ci farò un salto, non fosse altro per onorare l'intelligenza e la caparbietà di questo nostro grande concittadino, Mario Merati, che fa davvero onore al nostro paese.
...e così siamo tornati alla colonna misteriosa, di origine celtico-longobarda: possiamo solo immaginarci quei tempi, in cui i Longobardi camminavano per le strade di Varedo, venivano sepolti in ricche tombe e professavano la loro fede in una chiesetta in fondo a Via Madonnina.
Probabilmente tutti noi abbiamo un pò di sangue ligure, romano o longobardo nelle nostre vene, ma è davvero triste che quasi nessuno se ne ricordi...
Ricordare le proprie radici dovrebbe essere obbligatorio come ricordare di portarsi dietro il proprio codice fiscale, ma Varedo è un paese che ha davvero voglia di ricordare le proprie radici?