martedì 28 gennaio 2014

Divina Follia

                                         
                    " Devi suonare come se non ci fosse più domani! "
                                          
                                           ( dal film: " Shine " )





Le più belle poesie si scrivono sopra le pietre,
coi ginocchi piagati e le mani aguzzate dal mistero.
Le più belle poesie si scrivono davanti a un altare vuoto,
accerchiati da agenti della divina follia.

- Alda Merini -


domenica 19 gennaio 2014

Dentro Vienna - Parte Seconda - Fine


L'Heldenplatz mi affascinò: ci passavo tutte le mattine , per fare le ricerche per la mia tesi alla Biblioteca Nazionale, ma ogni mattina, prima di entrare, mi fermavo a contemplarla.
In questo luogo si può avere solo una vaga idea di come potesse essere la Vienna imperiale , capitale dll'Impero Austro-Ungarico.
Le cose del passato hanno un'anima, hanno un loro linguaggio: bisogna solo avere la pazienza di starle ad ascoltare.
Il passato è un'emozione viva, ci appartiene, fa parte di noi ed è l'unica cosa compiuta che la vita ci regala: è un libro con un inizio ed una fine , è armonia e conoscenza.
La statua antica ci guarda e ci conosce; noi la guardiamo e ci ritroviamo in lei, vittime di una malinconia sottile, come se ci portassimo dentro mille altre vite vissute.
Quel giorno l'Heldenplatz mi stregò ed io rimasi per molto tempo ad ammirarla, come prigioniera di un incantesimo.
La piazza mi appariva sconfinata e la statua del re Carlo cavalcava nella mia fantasia verso terre lontane, seguita dallo sguardo enigmatico dell'imperatrice Maria Teresa.



Vienna -Heldenplatz



Dietro l'Heldenplatz si stendeva un magnifico parco, di cui non ricordo più il nome: entrai in quel giardino di favola inondato di sole e di verde e mi misi a camminare lentamente, pensando.
La mia mente era tranquilla e serena, ma i miei ricordi ed i miei pensieri andavano e venivano , come il suono lento di una campana.
Immagini, sensazioni dolci miste ad un sottile dolore mi perseguitavano: mi venne quasi da piangere.
Quel momento fu stranissimo; tutto intorno a me era vivo e splendente ed io invece mi sentivo ad un tratto estranea, come se non ne facessi parte.
Sembra quasi che, quando la vita si fa più prepotente, noi ci perdiamo, quasi come se svanissimo, quasi ci sentissimo improvvisamente "meno in vita".








Mi scossi e tornai ad immergermi nella visione spettacolare di quella natura; tutto rideva di colori, vibrazioni.
La vita era tornata dopo il lungo inverno, dapprima in modo impercettibile, poi con una violenza incredibile, si era fatta largo tra il gelo ed era uscita vittoriosa.
La primavera - pensai mentre osservavo dei passeri beccare il pane dalle mani di una vecchietta - è dolce e amara.
Sembrava un ricordo ed invece eccola qui, come per miracolo, come per un incantesimo: le gemme si sono già fatte fiore sull'albero che sembrava stesse morendo.
La terra, piena di vita, si popola all'improvviso di migliaia di insetti e fiori e le lucertole si godono finalmente il sole...(.....)

Mi alzai e raggiunsi a piedi il Palazzo del Parlamento: ero grata a questa città che mi cullava, che mi regalava quella malinconia appiccicosa, che mi commuoveva alle lacrime.

Alzai gli occhi: l'elmo dorato di Minerva riluceva di mille riflessi e la Dea della Ragione sembrava quasi librarsi in volo in quel cielo azzurro pastello, denso di soffici nubi candide e di voli di uccelli pazzi di gioia...



Vienna - Parlamento


Racconto di Luciana Figini - Aprile 1983 - Fine Seconda e Ultima  Parte


Dentro Vienna - Parte Prima


Durante i  miei viaggi attraverso l'Europa mi è capitato spesso di visitare una città od una località interessante completamente da sola.
La solitudine in certi momenti può essere pesante come il piombo, può toglierci la speranza e farci stare male, ma in questi momenti diventa invece l'amica più fidata, la complice ideale per andare alla ricerca degli angoli nascosti e degli aspetti più incredibili delle città...e della anima...
Quando si è soli a visitare un luogo la nostra mente è libera di vagare , di interrogarsi, di soffermarsi su particolari all'apparenza stupidi, ma che risvegliano dentro di noi "qualcosa" che ci rende affini a loro, che ce li rende una parte stessa del nostro io più nascosto.
A questo pensavo quella mattina dell'aprile 1983, appena arrivata a Vienna.


Vienna- Rathaus

Appena uscita dalla stazione una sensazione di contentezza mi aprì il cuore: ero pronta a respirarmi questa città fino in fondo, a farla mia in ogni dettaglio.
Vienna mi apparve subito maestosa, ma provinciale allo stesso tempo e questa sensazione si rafforzò giorno per giorno durante la mia permanenza, durata più di un mese.
Pigra come una vecchia nobildonna, ma tuttavia brulicante di vita.
Eccezionale nel suo splendore primaverile, come una favola fuori dal tempo, come un sogno ad occhi aperti: tutto questo insieme era la superba capitale decaduta.
A Vienna fu come rinascere: ricordo le passeggiate estenuanti intorno al Ring, i parchi in fiore, la dolcezza e la disponibilità della sua gente.
L'atmosfera di quella città mi risvegliò e mi rilassò al tempo stesso.
Forse è questo il segreto di Vienna: ti attira nei suoi misteri impenetrabili, ti istiga con con le sue continue tentazioni e poi ti fa accomodare sulle sue comode panchine circondate dal verde.


Vienna - Heldenplatz




Passavo le mie sere a leggere di tutto, affamata di libri, di riviste, di giornali e le mie giornate ad errare senza fine, nutrendomi di quei colori stupendi che davano a tutte le strade ed ai palazzi un aspetto irreale.
I tulipani, nei girdini e negli orti, erano in piena fioritura e dappertutto la primavera trionfava, regalando spettacoli incredibili di colore. 
Presente e passato si fondevano per le strade di Vienna: bastava un pò di attenzione per accorgersene.
Ricordo la mia prima passeggiata per la Kaertnerstrasse, piena di giovani rumorosi ed allegri e di vecchiette canute con i loro cappellini primaverili che si intrattenevano nei caffè, colmi di invitanti dolci tipici, per le loro interminabili chiacchierate.
In questa strada c'è una panchina ad ogni angolo, per riposarsi, guardarsi attorno , perdere tempo sotto il sole tiepido e fare nuove conoscenze.
Mi ricordo che allora in questa strada c'era un albero completamente ricoperto di bigliettini ciclostilati, sui quali erano stampate poesie e versi di un poeta sconosciuto: mi sembra venisse chiamato il "Gedichtenbaum" ( l'albero delle poesie).
Così, come ogni affamato di cibo si ferma a prendere un panino, ogni affamato di poesia poteva fermarsi a prendere il suo bigliettino, il suo sonetto, la sua lirica e portarsela a casa, leggerla strada facendo o gettarla via , dopo avervi riso sopra.  



Vienna - Kaertnerstrasse

 Racconto di Luciana Figini - Aprile 1983 - Fine Prima Parte


martedì 7 gennaio 2014

In Collina

 
Quand’è fiorito il mare da noi
e tutto l’azzurro 

e il vento 
e l’odore salino
ci portavano l’estate nel respiro,
e sensazioni e giovani mimose 

e le bocche dei sorrisi 
e la freschezza 
grida lontane
spume
 

Allora con mille parole
col gesto spezzato
come in uno specchio rotto

sulle labbra
le tue dita e la luce

hanno sospeso un bacio
e poi l'hanno lasciato libero
e le foglie,
e tutto il viale dei pini 

odorava di quei luoghi.

- Pier Luigi Bacchini - (1927 / 2014 )



 

sabato 4 gennaio 2014

Illusione di Viaggio


Basta prendere un treno
in un pomeriggio
di cielo ghiacciato
per donarsi
l’illusione del viaggio

Per mezz’ora almeno
da Varedo a piazzale Cadorna
la mia anima si libera
dalle catene
che la tengono
prigioniera della terra
e comincia a volare
in un paese lontano

Oltre il finestrino inizia la steppa infinita
il magico e sconosciuto paese
del mio terzo occhio

"No grazie , non voglio chiacchierare,
voglio solo parlare con i miei sogni..." 

- Luciana Figini -
 






Le Favole...


" (...) che ha detto?
"Che è felice come una rondine."
"Perchè proprio come una rondine?"
"Le rondini amano le favole. Lo sai perchè costruiscono il nido sotto le grondaie delle case?"
"Per ripararsi..."
"No, per poter ascoltare le favole che le mamme raccontano ai bambini prima che si addormentino..."

( da "Peter Pan" di  James Matthew Barrie )






venerdì 3 gennaio 2014

Il Vento



Chi ha mai visto il vento?
Nè io nè te.
Ma quando gli alberi chinano le loro teste,
il vento li ha attraversati.

                                                          
                                  - Christina Rossetti -








Questioni di Scelta


Ho appena finito di leggere un articolo sulle condizioni di lavoro all'interno del colosso Amazon.
Una giornalista dell' "Observer" ha raccontato quello che ha visto lavorando per una settimana in un magazzino di Amazon in Galles.
Questa una volta era terra di miniere; quando, già negli anni 80, le miniere vennero chiuse, divenne una terra di disoccupazione e disperazione.
Questi sono esattamente i "territori di frontiera" che Amazon tende ad "occupare"; dove ci sono alti livelli di disoccupazione e poche opportunità enonomiche i lavoratori sono disponibili a lavorare in condizioni precarie, a  fare qualsiasi tipo di turno e ad accettare paghe misere.



Contratti precari, turni di lavoro massacranti, licenziamenti facili; ecco quello che la giornalista ha osservato e provato sulla sua pelle.
Dalla fine degli anni novanta a oggi Amazon ha aumentato il volume di vendita in maniera esponenziale e ciò le ha permesso di espandersi sempre di più.
All'inizio Amazon vendeva libri, adesso vende di tutto,dai giocattoli agli oggetti più stravaganti che si possa immaginare.
Una volta il Galles era famoso per le condizioni di vita miserevoli dei suoi minatori, oggi gli addetti di Amazon vivono comunque in situazioni miserevoli, ma non più per estrarre preziosi minerali ma...per inviare oggetti in tutto il mondo...
La giornalista dell' Observer ha consumato scarpe e gambe, ha saltato i pasti, ha fatto turni di più di dieci ore per imballare e spedire oggetti tra i più disparati e, a volte, tra i più bizzarri.
Tra le sue mani sono passati braccialetti della fortuna degli One Direction, tutine per cani, grattiere per gatti a forma di console per dj, affetta banane, rami finti, cibi biologici per cani vegetariani, per cani obesi e per cani diabetici, televisori da 52 pollici, confezioni di acqua da 6 bottiglie importate dalle Fiji fino ad arrivare ai giocattoli erotici normali ed oversize ( non sto qui a descrivere le dimensioni di questi giochi oversize ).



Non voglio criticare chi ordina libri o oggetti vari da Amazon.
Io stessa qualche anno fa ordinai un libro introvabile di William Blake attraverso Amazon, per poi scoprire che la qualità editoriale era pessima e che veniva dalla Cina.

Quello che voglio dire è che, in fin dei conti, dipende tutto da noi.
Se pretendiamo di avere a casa, con la massima comodità e la minima spesa, ogni tipo di libro o oggetto è chiaro che poi questo si ripercuote sui negozi, che chiudono, sui lavoratori, che vengono sfruttati, sulla qualità dei libri e degli oggetti, che diventerà pessima.
Il nostro desiderio insaziabile di prodotti scontati, consegnati a domicilio in modo veloce ed efficiente, ha un prezzo.
E' questo che dovremmo capire: è solo una questione di scelta.
Davvero è così figo ordinare i libri via computer e lasciare che le librerie di paese chiudano?
Davvero è necessario farsi arrivare ogni tipo di oggetto improbabile e bizzarro da Amazon?
Forse sarebbe più divertente cercarlo in un negozio; forse sarebbe meglio capire che, semplicemente, non ci serve!
Oppure ce ne possiamo fregare: possiamo continuare lietamente a riempire i nostri carrelli virtuali e a svuotare i nostri cervelli reali, rimanere delle felici pedine manovrate da questi giganti che ci convincono di avere dei bisogni inesistenti, che distruggono ogni tipo di concorrenza, che reintroducono la schiavitù sul lavoro e che fanno terra bruciata dietro di sè.

Sono troppo catastrofica?
Può darsi, ma sono convinta che valga la pena pensarci un pò...