sabato 28 febbraio 2015

Alla ricerca delle Radici - Prima Parte

Come spesso mi succede quando voglio rilassarmi, un giorno vado a scartabellare tra le tante cose che ho scritto in passato: trovo una riflessione, una pagina di diario che riguarda una misteriosa colonna che si trova a pochi passi dalla mia casa, una colonna che ho sempre pensato fosse collegata alla peste di Manzoniana memoria.
E' una paginetta che ho scritto circa nove anni fa, dopo il trasferimento da Bovisio Masciago a Varedo e la costruzione del nostro appartamento sopra quello di mia madre e di mia sorella.
Dopo diciotto anni in una palazzina a Masciago ero tornata nel mio paese natale, vicino ai miei parenti.
Una sera guardavo fuori dal mio balcone e l'ho vista: la colonna misteriosa di Via Madonnina, attorno alla quale giocavamo da bambini.
E' da qui che voglio cominciare:



Colonna in fondo a Via Madonnina - Varedo

 
LA COLONNA MISTERIOSA


Lei è sempre lì.
In questa tiepida sera di aprile la osservo dal mio balcone ; c’è un alberello di pino che la copre in parte, ma la croce si vede benissimo.
Ed allora penso che sono contenta di essere tornata alla mia casa natale e di potermi guardare la colonna ogni volta che ne ho voglia.
Perché quando, come oggi, mi sento travolta dagli impegni e dagli eventi, per me lei è come un faro, un faro senza luce che mi illumina la vita.
Sembra guardarmi e dirmi : “ Dai, coraggio, se io sono sopravvissuta tutti questi secoli che importanza vuoi che abbiano le tue preoccupazioni?”

La colonna sulla via Madonnina è ormai chiusa tra i cancelli attigui di due case; la vecchia casa del benzinaio a destra ed una palazzina anni ’70 a due piani sulla sinistra.
Il benzinaio non so più che fine ha fatto.
Suo figlio maggiore lo conoscevo.
A metà settembre del 1974 ci eravamo incontrati su un treno che veniva da Trento; io tornavo da uno dei miei vagabondaggi estivi, lui non so da dove.
Arrivati alla stazione Centrale mi aveva aiutato a tirare giù dal treno la valigia , che pesava solo Dio sa quanto e intanto mi raccontava come fosse scampato dal disastro dell’Italicus.
A quei tempi ogni tot saltava per aria un treno .
Lui si era salvato.
Per finire al Creatore dopo neanche un mese in un incidente automobilistico.

Ok, ma la colonna non c’entra ; quella non ha mai portato sfortuna.
Comunque quelli erano tempi bui, dovremmo ricordarcene più spesso…

Oggi chi passa non la nota , eppure per anni che sembravano infiniti la colonna è stata in mezzo ad un campo, visibilissima da ogni lato.
Case allora ce n’erano poche e noi bambini avevamo a disposizione infiniti campi e campetti dove giocare.
Intorno alla colonna ci giocavamo a calcio, ed io riuscivo sempre ad infilarmi in mezzo ai maschi e fare da portiere.
Davanti c’erano degli iris (che noi chiamavamo “spadoni”) che la decoravano e davano un senso di rispetto verso i morti di peste del Seicento.
Non so chi avesse piantato quei bulbi , ma ricordo la sensazione di riverenza e rispetto che provavo quando, nelle sere di maggio, ammiravo quei fiori vicino alla colonna.
Oggi non c’è più nessun fiore.
La colonna però è ancora lì, a dispetto della nostra fretta e della nostra distrazione , a ricordarci un passato di Manzoniana memoria e la sua croce è ancora intatta , nonostante la pioggia,la neve , il vento, il freddo e la canicola di più di 400 anni.

Io sto invecchiando insieme alla colonna ,che è per me simbolo di ciò che non esiste più, ma anche della forza vitale, della resistenza alle intemperie umane che fa parte della vita .
Abbiamo molto da imparare da lei, anche se ormai oggi si fa fatica a distinguerla.
Lei ci insegna a resistere e andare avanti.
Secondo me sarebbe contenta se qualcuno le mettesse una piccola targa davanti, con un paio di informazioni per il passante distratto...

- Luciana Figini ( 2006 )



Particolare della base della Colonna


Dopo avere riletto questo mio scritto sono più incuriosita che mai e allora comincio a cercare informazioni in rete.
Dopo molto cercare finalmente trovo qualcosa ( molto poco, per la verità ) su di un sito chiamato Alternativaverdeperdesio.
Queste le scarne informazioni trovate su questo sito:

Quasi al termine di via Madonnina ( Varedo- MB ) sorge una croce 
sostenuta da una colonna. Eretta nel 1647, come palesa la data incisa
sul retro della base, era stata innalzata a memoria di un'antica
chiesa fondata dai longobardi e da loro dedicata a San Michele, 
un Santo congeniale a quel popolo bellicoso, in quanto ritenuto un 
santo guerriero, tanto da proclamarlo loro protettore.
L'importanza di questa colonna è anche  nella sua base, poiché
si tratta di un'antica pietra rettangolare certamente riutilizzata, 
sulla cui facciata vi sono scolpite in bassorilievo delle figure 
geometriche di carattere simbolico...


A questo punto capisco che la colonna è di molto antecedente al periodo della
peste e quindi vorrei trovare altre informazioni ; mi reco alla biblioteca
di Varedo...

...continua...






sabato 21 febbraio 2015

Parole e Immagini

A volte, quando sistemo un pò i miei libri, trovo dei piccoli, autentici capolavori, della cui esistenza mi ero dimenticata.
E' così che mi è capitato in mano un libretto di fotografie, acquistato quando ancora c'era la lira: costava 20.000 lire, cioè 10 euro, che ancora oggi è una considerevole sommetta per un libretto di fotografie.
Le foto sono di un grande fotografo americano, Wynn Bullock, morto nel 1975.
Ho scorso velocemente la sua biografia e sorprendentemente ho letto che aveva conosciuto Edward Weston e Tina Modotti, cioè altri due grandissimi fotografi del Novecento.
E' strano come a volte le persone e gli avvenimenti si intrecciano; forse le persone con la stessa sensibilità sono destinate prima o poi a conoscersi, chissà...
Ho scorso il libretto di fotografie e all'interno c'era un'altra sorpresa: sotto ad alcune fotografie di Bullock c'erano dei miei versi, per lo più in inglese, scritti a matita.
Anche questo a volte mi sorprende: scrivo delle cose e poi me le dimentico, poi , quando le ritrovo, faccio fatica a riconoscerle...
E' così che ho deciso di riportare sul mio blog le foto che avevo scelto ed i versi scritti sotto a matita.
Le foto di Bullock sono dei capolavori, le mie parole sono invece semplici e senza pretesa; mi sembra però che il tutto stia bene insieme.
Per iniziare questo piccolo viaggio però mi piace introdurre Wynn utilizzando le sue stesse parole, che sono pura poesia...



" Quando fotografo quello che faccio veramente è cercare delle risposte nelle cose" - Wynn Bullock 







       " I misteri si trovano tutto intorno a noi, persino negli oggetti più familiari. Attendono solo di essere percepiti "    Wynn Bullock - foto: Worn Floor





Wynn Bullock: Light Abstraction



Flashes and Echoes 
of what has been
or maybe
what has never been

Are we living our lives
or are we inventing them ?

- Luciana Figini -



Wynn Bullock: Let there be Light



A Stream 
a stream of consciousness
Joyce would say

A stream of thoughts
and dreams
slowly flowing
into the sea

the sea of our souls...

Above this sea
the inner light
a primordial moon
reflecting on us

...we are its mirror...

- Luciana Figini -



Wynn Bullock: Stark Tree



Coming out from my body
this tree
without leaves
but strong

It struggles against the sky of solitude
it fights aginst the clouds of desperation

and finally...
a shy but brilliant sun
comes out
the clouds open
and become
a landscape 
of dark and light
hallucinations

- Luciana Figini -




Wynn Bullock: Point Lobos Tide Pool

Frozen Water
like my heart...
frozen entity
but you can still see
the signs of infinite on it...

- Luciana Figini - 



Wynn Bullock: Lynne, Point Lobos


Il rombo del Mare
fa paura
ma non mi tiene lontana
dal mio incanto 

- Luciana Figini -



Wynn Bullock: Kay 1958


I'm still standing at the window
staring out of my house
trying to recognize
the reality
the essence
the link to the infinite
hidden behind 
our invented
everyday life

There is nothing falser 
around us
than this apparent
dumb
insignificant
miserable
tiny life of ours...

- Luciana Figini -



Wynn Bullock: Sea Palms


Floating on a Ghost Plain
 fog hiding these ghost trees

under my cloudy dress
hiding my pain
and pouring it
in this universe of crying woods...

- Luciana Figini -




Wynn Bullock: Pebble Beach


Stones and Walls
arms and hands
of an ancient giant

You can still feel his tenderness
if you close your eyes and touch these stones...

- Luciana Figini -



Wynn Bullock: Marilyn with Cat

Lying on my Lies
I stroke them
I look after them
I make them grow
They make me live...

It's only when I lie
that my real essence is expressed...

- Luciana Figini -






sabato 7 febbraio 2015

Magiche Atmosfere

Una volta non c'erano molti modi per passare i pomeriggi invernali in modo piacevole.
La televisione offriva pochi programmi adatti ai giovani e, comunque, non ci interessava molto.
Non esistevano computer e telefonini .
Così, quando si finiva di studiare, o quando si aveva a disposizione un pomeriggio libero si ascoltava la radio, si leggeva un libro oppure si ascoltava un buon LP. 
LP, cioè " long playing ", cioè quell'affare magico che conteneva canzoni e immagini e che potevi quasi sfogliare come un libro.
Niente paura, non è l'inizio di una sbrodolata sulla bellezza degli anni settanta e la bruttezza della musica del terzo millennio.
Io ascolto anche Adele e Sam Smith, guardo i video di Ed Sheeran e di Hozier,ascolto Fedez e Macklemore; dal punto di vista musicale sono un'onnivora.

...Però lasciatemi la nostalgia dei "33 giri"!!

Era un oggetto senza pari: prima ti rimiravi la copertina ( alcune erano dei veri e propri capolavori ), poi aprivi il disco e all'interno potevi trovare di tutto: dai testi delle canzoni, alle fotografie degli artisti, fino a un poster o addirittura una maglietta.
Mentre ascoltavi la musica ( tutto l'album , non una compilation di canzonette ) , leggevi i testi e cercavi di capirne il senso - devo a David Bowie e agli Emerson, Lake and Palmer la mia pronuncia in inglese - ti emozionavi davanti alle foto dei più belli e ti giravi e rigiravi innumerevoli volte tra le mani il disco.





E poi le amicizie, che si coltivavano anche ascoltando un album insieme - le amicizie quelle vere, non su facebook .
Potevi essere di Varedo o di Milano, liceale o muratore, di sinistra o di destra, religioso o miscredente, ricco o povero, intelligente o ignorante, la cosa non cambiava: NON POTEVI non amare il rock e il pop.

In qualsiasi casa di qualsiasi amico trovavi un Lp delle Orme o dei King Crimson.
La mia amica Anna impazziva per i Deep Purple, fu lei che mi fece ascoltare fino alla nausea " Made in Japan".
Laura invece impazziva per gli Emerson lake and Palmer; ancora oggi , quando ascolto "Lucky Man" o " Still you turn me on " mi vengono le lacrime agli occhi.
Rita invece mi fece conoscere Cat Stevens e ci perdetti la testa.
I primissimi album di Antonello Venditti ( quelli di "Compagno di Scuola " e di "Penna a Sfera " ) li ascoltai a casa della mia compagna di scuola Manuela, la cui famiglia aveva un appartamento elegantissimo con tanto di ascensore che arrivava direttamante in casa, ma che non si vergognava minimamente di essere amica della figlia di un falegname.




Insomma, il rock era democratico e univa le persone.
Il rito di ascoltare insieme un album era quasi un rito religioso e "Staiway to Heaven " o " The Pinball Wizard " ne erano i canti sacri: canti misteriosi, da comprendere e interpretare nei modi più svariati.
E allora dai a cercare un'interpretazione al viaggio allucinato di "Ziggy Stardust and the Spiders from Mars " o a scervellarsi per capire il senso di "Selling England by the Pound".




Siamo cresciuti anche grazie a loro, a questi dischi meravigliosi che tanti meravigliosi artisti di quel tempo pubblicavano in modo continuo.
Non nascondiamocelo: non è nostalgia ( non è "solo" nostalgia ).
La creatività di quegli anni non ha avuto eguali: i testi , la musica, la fantasia degli anni settanta sono stati unici.
Anche le amicizie di quegli anni sono state uniche: molte sono finite, o si sono esaurite; qualcuno ha cambiato paese e abitudini, altri non si sono fatti più vivi.
Alcune amicizie di quegli anni invece continuano, magari a modo loro, con qualche pausa causata dal poco tempo e dalle energie che, purtroppo, non sono più quelli di quando avevamo diciott'anni.

Io e Laura siamo amiche da più di 40 anni (.....!!!) e quando, come ieri sera, riusciamo a vederci e a passare una bellissima serata insieme, mi rendo conto che il legame che c'è tra di noi è qualcosa di magico, come magiche erano le canzoni che ascoltavamo allora.
E forse, a modo suo, anche il buon vecchio Greg Lake ha contribuito a creare e a consolidare questa amicizia...






martedì 3 febbraio 2015

Prima di imparare...

E' così piccolo il mondo
una scheggia alla deriva
una briciola nel vento
il seme di un soffione
che vola lontano
oltre la nostra vita

E' così grande la nostra ambizione
è così goffa la nostra vita
sono così patetiche
le scuse
i sensi di colpa
le manie di grandezza
la razionalità
che immaginiamo di avere
e con la quale
sogniamo
di dirigere
la nostra vita

Un soffio e tutto appare
un respiro e tutto scompare

In un attimo
ci sentiamo
padroni del mondo

In un altro
sentiamo addosso
tutta la nostra inconsistenza



...prima di imparare a leggere e contare
dovremmo imparare il mare
dovremmo capire le nuvole
dovremmo studiare a memoria
l'alba e il tramonto...


- Luciana Figini -