lunedì 31 dicembre 2012

Buon Anno a Tutti!


Se avessi la lampada di Aladino chiederei al Genio di  portarmi indietro di trent'anni per un solo giorno e di passare quel giorno a ballare  in mezzo alle migliaia di ragazzi che si si vedono in questo video, ma siccome non è possibile posso solo augurarmi che il prossimo anno sia un anno di rinnovamente, di ottimismo e di nuove opportunità per tutti, soprattutto per i nostri giovani!



                               



domenica 30 dicembre 2012

Ciao Rita !






Ho perso un po' la vista, molto l'udito. Alle conferenze non vedo le proiezioni e non sento bene. Ma penso più adesso di quando avevo vent'anni. Il corpo faccia quello che vuole. Io non sono il corpo: io sono la mente.
         - Rita Levi Montalcini - 



da PensieriParole <http://www.pensieriparole.it/aforismi/ipse-dixit/frase-80990?f=a:1840>

Poems and Pictures 6




Romaine Brooks - Venere triste


Sospesa

Sei sospesa
come me

l’anima bianca si è arresa
la ringhiera ti trattiene

Ma oltre quella
le nuvole candide
ti ricordano
di avere il tuo stesso colore
e ti invitano al volo…

- Luciana Figini - 



La Medesima Preghiera



Un abbraccio 
senza carne 
tra due volti.

Due domande 
che mendicano
la medesima risposta.

La medesima preghiera 
ferita
di due solitudini 


- Luca Chizzoni - 










lunedì 24 dicembre 2012

domenica 23 dicembre 2012

La Vastità del Mare


La Poesia ha questo compito sublime: di prendere tutto il dolore che ci spumeggia e ci romba nell'anima e di placarlo, di trasfigurarlo nella suprema calma dell'arte, così come sfociano i fiumi nella vastità celeste del mare...

- Antonia Pozzi -







Omaggio alle Streghe


Louise Borgeois è stata una scultrice e artista francese.
Nata a Parigi il giorno di Natale del 1911 è morta nel maggio del 2010.
Anticonformista, libera pensatrice si è sempre occupata in maniera approfondita di temi come la sessualità, la famiglia, la solitudine e la condizione della donna.


Louise Borgeois - Femme Maison

 Incurante dell'età avanzata, nel 2010 contribuisce con una sua opera al progetto intitolato "Steilneset Memorial"
Nello scabro paesaggio dell'isola di Varanger, in Norvegia, sono state create delle istallazioni artistiche in memoria delle 91 persone morte qui sul rogo nel diciassettesimo secolo perchè accusate di stregoneria.
Erano prevalentemente donne condannate per un odioso crimine impossibile da provare.
Interrogatori, torture, confessioni estorte e il fuoco del rogo sono oggi evocati da queste istallazioni, tra le quali spicca quella di Louse Borgeous stessa.



Louise Borgeous - The Damned, The Possessed and The Beloved


Intitolata "The Damned, The Possessed and The Beloved", quest'opera consiste in una sedia calata in una specie di cratere, dalla quale escono lame di fuoco.
La sedia è circondata da specchi ovali che amplificano la danza delle fiamme.
Morta a 99 anni, Louise non ha potuto vedere la sua opera completata.
A mio parere è un'installazione di una forza impressionante.
Ci ricorda cosa è stato fatto alle donne in passato.
Ci fa pensare a quello che viene fatto oggi, quando si parla di "femminicidio".
Parla all'anima di tutte le donne e ci invita a risvegliare quella forza, quell'energia, quell'intuito che sono dentro tutte noi e che forse molte di noi hanno perso per strada in questi anni.




Louise Borgeous nel suo studio




Mio padre provocava in me una continua perdita di autostima. Mia madre rappresentava la fiducia in me stessa. “Non prendertela, sai come sono gli uomini. Dagli ragione, intrattienili; 
gli uomini sono come bambini.” Mi ha convinta. Era la sua forma di femminismo.

 - Louise Borgeous - 





  (Notizie sull'opera prese dall'inserto di Repubblica "Io Donna" del 1 Dicembre 2012)

sabato 22 dicembre 2012

Quando il Vizio del Fumo è utile






Sulla rivista scientifica "Biology Letters" è apparso un articolo incredibile: gli uccelli che vivono nelle aree urbane usano le cicche delle sigarette per costruire i nidi.
I ricercatori hanno visto che i nidi fatti con i mozziconi usati, quindi con tracce di nicotina, sono meno infestati dai parassiti.
Sembra che gli uccelli non usino i mozziconi per intero, ma utilizzino solo la parte di cellulosa contenuta nel filtro, che viene "tessuta" dai piccoli pennuti all'interno dei loro nido, garantendo una maggiore protezione contro i parassiti, che non sopportano l'odore di nicotina.
...chi ha detto che l'uomo è l'essere più adattabile della Terra?

( fonti da "Internazionale" del 14/20 Dicembre 2012 )


Catastrofi e Catastrofismi

E così il 21 Dicembre è passato e noi siamo ancora qui.
I Maya avevano torto oppure, molto più probabilmente,siamo tutti malati di catastrofismo.
Internet pullula di profezie, complotti e messaggi alieni e trasmissioni improbabili come "Voyager" fanno registrare ascolti altissimi.
Forse abbiamo bisogno di impaurirci per non pensare alle vere paure: la crisi finanziaria, la disoccupazione, il futuro dei nostri figli.
Oppure, semplicemente e per ragioni che non mi sono assolutamente chiare, il genere umano ha bisogno periodicamente di credere che la fine del mondo sia vicina.
Se andiamo molto molto indietro nel tempo possiamo vedere che queste cose sono già successe.
L'anno Mille fu costellato di tragedie e suicidi di massa.
Per la paura della fine del mondo molta gente donava i suoi beni a spregiudicati profeti, maghi e apocalittici.
"Cose del Medioevo!" - direte voi - allora provate ad andare su You Tube e cliccate "Apocalisse" oppure "Fine del Mondo" o qualsiasi altro tipo di parola connessa alla fine del mondo e vedete un pò quanti video trovate su questo argomento: centinaia!
National Geographic Channel, molto furbescamente, ha prodotto una serie di documentari intitolati "Gli Apocalittici", nei quali si spiega cosa fare in caso di disatri naturali o non.




Ben altre, e molto più realistiche, erano le paure degli anni Cinquanta: in piena Guerra Fredda si pensava che di lì a poco una delle due superpotenze dell'epoca, Stati Uniti e Unione Sovietica, avrebbe potuto lanciare  una bomba atomica verso l'altro blocco e determinare così la distruzione di gran parte del mondo conosciuto.
Così in tante città ( ne abbiamo visto uno a Berlino ), ma anche nel cortile di molte case private, si costruivano i rifugi antiatomici.





La paura dell'atomo riaffiorò di nuovo durante gli anni 80 e purtroppo in quel caso fu profetica, perchè nel 1986 scoppiò la centrale nucleare di Chernobyl.
Ma la reazione fu fortissima: il movimento antinucleare costrinse molti governi a fermare i  nuovi piani di costruzione di centrali nucleari.




Vere o inventate che siano, queste paure appartengono ad ogni epoca e forse fanno parte del nostro patrimonio genetico.
C'è stato un tempo in cui gli uomini avevano paura dello sbarco degli alieni, oggi negli Stati Uniti  molti hanno paura dell'arrivo degli zombie.
Ridete? Andate a cercare in rete: ne troverete delle belle su questo argomento!

giovedì 20 dicembre 2012

Magia


Uno dei brani più magici degli anni settanta: Firth of Fifth dei Genesis.
...semplicemente da ascoltare per perdersi nella musica incantevole e nella voce misteriosa di Peter Gabriel, che racconta di un mondo allo stesso tempo inquietante e affascinante, un mondo apparentemente inesistente, ma invece così simile alla nostra anima,sempre inquieta, perennemente in bilico tra dolore e bellezza, tra vita e morte...



Peter Gabriel

Firth of Fifth - Genesis

The path is clear
Though no eyes can see
The course laid down long before.
And so with gods and men
The sheep remain inside their pen,
Though many times they've seen the way to leave.

He rides majestic
Past homes of men
Who care not or gaze with joy,
To see reflected there
The trees, the sky, the lily fair,
The scene of death is lying just below.

The mountain cuts off the town from view,
Like a cancer growth is removed by skill.
Let it be revealed.
A waterfall, his madrigal.
An inland sea, his symphony.

Undinal songs
Urge the sailors on
Till lured by sirens cry.

Now as the river dissolves in sea,
So neptune has claimed another soul.
And so with gods and men
The sheep remain inside their pen,
Until the shepherd leads his flock away.

The sands of time were eroded by
The river of constant change. 











venerdì 14 dicembre 2012

Una bella Bigiata e i Jefferson Airplane


Era una mattina tiepida di aprile del 1976 e, come ogni giorno, ero sul mio trenino delle Ferrovie Nord diretta a scuola.
Pensavo e ripensavo a tante cose: entro pochi mesi la mia carriera da liceale sarebbe terminata con gli esami di maturità... e non avevo mai bigiato una sola volta in cinque anni!

Che ci crediate o no sono sempre stata una studentessa modello e le uniche volte in cui non sono andata a scuola sono state per motivi di  salute o per qualche assemblea o manifestazione.
L'idea di bigiare non mi era mai passata per la mente, ma quella mattina mi sentivo, come dire, "strana", come quando si vuole rimanere da soli e non si ha nessuna voglia di parlare, di partecipare, di condividere.
Arrivata a Milano mi ero fermata a fare colazione nel bar che una volta era all'interno della stazione Nord, avevo comprato un giornale (allora era sempre " Il Manifesto " o, quando usciva, " Il Quotidiano dei Lavoratori" )  e mi ero rifugiata nella sala d'aspetto.
Sì, all'epoca esistevano addirittura 2 sale d'aspetto alla Stazione Nord, ed erano entrambe riscaldate.
A volte  ti poteva capitare di condividere il posto a sedere con un senzatetto che si voleva addormentare al caldo, ma non era un gran problema allora.
Forse eravamo più semplici d'animo o forse eravamo più adattabili, fatto sta che in quelle sale d'aspetto c'era posto proprio per tutti.
Oggi, siccome siamo più moderni, le sale d'aspetto alla Stazione Nord sono state abolite e così chi aspetta il treno può solo morire di freddo in inverno e crepare di caldo in estate...e al diavolo i senzatetto!




Dove ero arrivata? Ah, sì , la sala d'aspetto.
Beh, dopo un pò che ero lì si erano fatte le nove, quindi...avevo ufficialmente bigiato la scuola!
Dove potevo andare? Pensa che ti ripensa decido di prendere l'autobus fino alla Biblioteca Sormani.
Che fantasia, direte voi, saltare la scuola per andare in biblioteca!
Dovete sapere che all'epoca alla Biblioteca Sormani c'era una sala chiamata "Fonoteca", un locale dove c'erano diversi giradischi messi su dei tavolini.
Davanti ad ogni tavolino c'erano una sedia ed un paio di cuffie.
Così come si potevano prendere dei libri in prestito era possibile ascoltare dei dischi,ma questi, a differenza dei libri, non si potevano portare a casa ( chi mai li avrebbe riportati in bibilioteca ? ).
Fu durante quella mattinata che scoprii i Jefferson Airplane.
Ne avevo sentito parlare da amici, ma non li conoscevo.
Sapevo soltanto che erano un gruppo americano e che la cantante era una donna dalla voce formidabile: la grandissima Grace Slick.


Grace Slick

Mentre ascoltavo le loro canzoni mi misi a leggere alcuni passi di un libretto sulla musica pop/rock degli anni 70 che mi ero comprata alle Messaggerie Musicali.
I Jefferson Airplane erano una formazione americana nata negli anni 60.
Avevano rappresentato la quintessenza dell'acid-blues americano e in seguito erano diventati uno degli emblemi della musica rock e del movimento hippie.
Il gruppo era conosciuto soprattutto per il cambiamento continuo di indirizzo musicale e per la voce incredibile di Grace.    
Uno dei primi pezzi che ascoltai fu "Have you seen the Saucers?" (" Hai visto i Dischi volanti"?) , una canzone di protesta contro le politiche governative americane e contro la distruzione del pianeta.







"...have a care for the needs of your planet
catch the dawn that once was there
first-born atomic generation
open the door, don't you know what it's for
come and join us on the other side of the sun..."





I Jefferson Airplane


Più ascoltavo e più leggevo, più leggevo e più volevo ascoltare.
Le tematiche che i Jefferson trattavano erano le tematiche di cui si parlava spesso tra di noi: erano il rifiuto della guerra, la speranza nel cambiamento, il tentativo di vivere in modo diverso.
Grace era stata fondamentale per il successo dei Jefferson Airplane: possedeva una voce da contralto, potente, flessibile e si trovava perfettamente a suo agio con la musica psichedelica del gruppo.
Inoltre era affascinante e la sua dinamicità sul palco incrementò fortemente l'impatto delle performance live del gruppo.
Eccola durante il festival di Woodstock mentre canta uno dei pezzi più famosi dei Jefferson: "Somebody to Love"  







Ero felice quella mattina: il gusto di avere bigiato, il senso di protezione che mi dava stare in quella biblioteca , la scoperta di un gruppo musicale formidabile: era davvero una bellissima sensazione.
Il pezzo dei Jefferson che più mi emozionò fu "Volunteers of America": parlava delle lotte studentesche, della ribellione contro la guerra in Vietnam, parlava della volontà e della voglia di cambiare la società e di renderla più giusta e pacifica...insomma parlava di noi e delle nostre idee!






Ho ripensato tante volte a questa canzone e a tutti gli ideali di allora.
Il mondo putroppo non è cambiato: le guerre ci sono ancora, l'ingiustizia c'è ancora e  forse queste cose non spariranno mai.
Ma allora a questi cambiamenti ci credevamo davvero...




Sexual Healing...



...il suo ventre era morbido e aperto, dolcemente perso nel proprio richiamo,un anemone di mare alla deriva di una corrente, perso nel richiamo del corpo di lui.
Desiderava che lui tornasse in lei, che la soddisfacesse finalmente.
Lei gli si aggrappò in maniera inconscia e lui non scivolò fuori.
Conni sentì che il tenero germoglio tornava a gonfiarsi entro di lei , sempre più.
Erano ritmi che salivano, ritmi di un movimento crescente , fino a che non sentì che ogni angolo della sua coscienza era di nuovo pieno di lui.
E fu di nuovo quel movimento, che non era un movimento, ma un vortice di sensazioni profonde, vortice che impazzava dentro di lei, coinvolgendo ogni angolo dello spirito e del corpo, fino a quando Connie non divenne che un fluido unico e concentrato di piacere.
Giacque tra grida inarticolate , inconsapevoli.
Era una voce che saliva dalla notte più buia e profonda.
L'uomo la sentì e ne fu quasi spaventato.
Sentì la vita di lei che tornava a dare segni di sè...

- D.H.Lawrence - ( da "L'Amante di Lady Chatterley" )

  






domenica 9 dicembre 2012

Qualcosa di leggero


Finisco finalmente le mie eterne correzioni domenicali e per rilassarmi decido di scrivere qualcosa di leggero e nostalgico.
Ripenso agli articoli che ho scritto sul cinema Lux, su Varedo, su "Per Voi Giovani", sulla mia adolescenza e riprendo il filo.
Cerco di pensare a come ci divertivamo una volta, da bambini, da adolescenti e poi da giovani donne e uomini.

Mi vengono in mente mille immagini, ma ovviamente non posso scrivere un articolo lungo 500 pagine, così ne accennerò qualcuna.

Allora: da bambini c'era l'oratorio, rigorosamante  diviso tra maschi e femmine si intenda!
Solo per un'estate ( avevo circa 12 anni) l'oratorio "feriale" (quello che oggi credo chiameremmo centro estivo) è stato misto, perchè era in costruzione il nuovo oratorio femminile.
Sai che pacchia quell'estate! Non ci sembrava vero di poter giocare tutti insieme, maschi e femmine.
Che si faceva all'oratorio, oltre che frequentare quella che allora si chiamava "dottrinetta"?
Si giocava a pallavolo, a palla prigioniera e, il mio gioco preferito,a palla avvelenata.
Non ricordo bene la dinamica di quel gioco (che dite, è passato qualche annetto?) ma so che tornavo a casa scarmigliata, sudata, piena di lividi ma contenta come una pasqua.





Poi c'era la "pappatoria": dieci lire di fragole zuccherate, cinque lire di stringa o di "zabesi" (ma sarà una parola di origine africana o sono io che l'ho inventata?).
E poi la "farinetta" da mangiare con la liquirizia o i topo gigi fatti di non so bene che sostanza che si allungavano tipo i marshmellow.
Insomma una dieta proprio bilanciata!
Infine c'erano le altalene, su cui passare dei pomeriggi interi ( ma ve la ricordate l'emozione di andare in altalena a folle velocità? Se oggi lo facessero i nostri figli o nipoti ci verrebbe un collasso!)

Il passaggio dall'oratorio ai divertimenti più "da grande" avvenne per me verso i 14/15 anni, quando cominciai ad andare a scuola a Milano.





Per i primi anni del Liceo il mio punto di riferimento rimase comunque Varedo, poi "migrai" verso altri luoghi e interessi.
Dove andavamo, noi ragazzi degli anni settanta con i nostri pantaloni a " zampa d'elefante" o i nostri maxicappotti?
Oltre che al cinema, di cui ho già ampiamente parlato in un altro post (vedi "Cinema Lux di Varedo") andavamo ovviamente in discoteca.
Allora c'erano ancora alcuni locali con il complesso dal vivo ( come "L'Altro Mondo" di Birago e "Il Giardino" a Palazzolo), mentre altre erano vere e proprie discoteche con tanto di DJ ( tipo la discoteca "Coscot" a Nova Milanese).
Comunque avevano tutte delle caratteristiche abbastanza simili:

- costavano poco ( anzi, noi ragazze entravamo quasi sempre gratis)
- avevano orari totalmente diversi da quelli di oggi ( i ragazzi più piccoli ci potevano andare di domenica pomeriggio e alla sera non si entrava a mezzanotte come ora, ma molto prima, verso le nove e mezza )
- si fumava quanto si voleva ( ma all'epoca si fumava dappertutto )
- c'era la "ronda" costante dei ragazzi intorno ai gruppi di ragazze, pronti a precipitarsi immediatamente a chiedere " vuoi ballare? " non appena iniziavano i lenti.
Già, oggi i lenti non ci sono più, peccato.
Allora erano un modo per rilassarsi un pò tra un ballo e l'altro e , ovviamente, erano un metodo insuperabile per " cuccare ".





In quanto alle "tecnologie" di quegli anni vediamo di fare un altro breve elenco:

- ovviamente non esistevano i cellulari ( il "cellulare" era un termine usato per indicare l'auto della polizia, allora soprannominata spesso "pula").
Telefonare a casa  significava: 1- avere dei gettoni per il telefono - 2- trovare una cabina del telefono.
Non era facile nè trovare i primi nè la seconda, quindi spesso non si telefonava e questa era una delle cause più frequenti di litigi con i genitori.
- la musica, o la sentivi alla radio o ti compravi i dischi, oppure la "piratavi" registrando interi album sulle musicassette BASF o TDK.
A volte si inceppavano, così era essenziale avere a portata di mano una penna Bic per riavvolgere il nastro e far ripartere la cassetta.






Questa del riavvolgere il nastro era una delle miriadi di trovate che avevamo per risparmiare.
E si cercava di risparmiare davvero su ogni cosa:

- i blue jeans o lo zaino per le vacanze li si andava a comprare usati alla fiera di Sinigaglia
- le auto erano poche, lente e si usavano in gruppo per risparmiare benzina
- i vestiti erano spesso quelli "della sorella", "della zia" o "della cugina"
- le pile esaurite del registratore Philips si facevano " rinvenire " sulla stufa o ( per chi ce l'aveva ) sul calorifero ( una volta ho dimenticato una pila sulla stufa ed è scoppiata !)
 Insomma erano tempi un pò magri e ci si doveva accontentare, ma per quel che mi ricordo le nostre ristrettezze economiche non ci hanno mai impedito di divertirci.





sabato 8 dicembre 2012

Tutto Passerà


Non ho rimpianti, non chiamo,
non piango,
Tutto passerà, come fumo dai
bianchi meli.
Afferrato dall’oro
dell’appassimento,
Io non sarò mai più giovane. ”
 

- Sergej Esenin -








In Lode del Cinema Italiano


Sono andata recentemente a teatro, a vedere la versione di Amleto interpretata da Filippo Timi.
E' una rivisitazione piuttosto scioccante, a tratti un pò fuori dalle righe, a volte un pò troppo volgare.
Si ride tanto, ma il mio povero Shakespeare viene fatto elegantemente a pezzi.
Mi è piaciuto? Non so, sicuramente mi ha incuriosito, così come mi incuriosiva, ma non sempre mi piaceva, il teatro d'avanguardia degli anni settanta.
Una cosa sicura comunque c'è: la bravura incredibile di Filippo Timi, vero grande attore, mattatore, pazzoide, geniale.
Sicuramente uno dei migliori attori viventi.
Eccolo in una scena tratta da "Vincere", un film in cui interpreta sia il  ruolo di Mussolini che quello del suo figlio non riconosciuto.

 

.
Peccato che fuori dall'Italia quasi nessuno lo conosca e che gli stessi italiani lo conoscano poco!
Abbiamo degli attori formidabili, produciamo dei film bellissimi, ma pochi se ne accorgono, impegnati come sono quasi tutti a considerare i cinema solo dei luoghi dove si vanno a vedere gli ultimi blockbuster, possibilmente zeppi di effetti speciali e da dimenticare dopo poco tempo.
Non ho nulla contro gli effetti speciali e non sono certo una che si tira indietro se c'è qualche blockbuster di qualità da vedere, come l'ultimo 007 o la saga de "Il Signore degli Anelli".
Dico solo che non può essere tutto qui e che ci stiamo perdendo degli autentici capolavori senza neanche accorgercene.
E Filippo Timi non è certo il solo: con lui , in "Vincere" , c'è una straordinaria Giovanna Mezzogiorno, che interpreta la parte della moglie ripudiata di Mussolini.
Rinchiusa nel manicomio di Mombello la donna diventa pazza e questa pazzia è interpretata in modo incredibile dalla Mezzogiorno.

 


Ma scorriamo ancora qualche nome: che dire di Elio Germano, commovente interprete di " La nostra Vita" e di tanti altri film, tra cui uno, appunto con Filippo Timi, "Come Dio comanda"?
Quale forza, quale bravura interpretativa, quale capacità di immedesimazione!
In "Come Dio comanda" Elio fa la parte di un ragazzo problematico, "spostato" diremmo noi e la fa in modo credibilissimo.
Guardando lui in quel film mi è subito venuto in mente Dustin Hoffman in "Rain Man".
Un paragone un pò azzardato?
Forse sì, però quando ci decideremo a considerare i nostri attori per quello che sono, cioè bravissimi?
Per quanto tempo ancora ci considereremo inferiori agli altri paesi in campo cinematografico?





E che dire di quel genio, di quella maschera tragica conosciuto col nome di Toni Servillo?
Toni l'ho sentito recitare le poesie di Edoardo a teatro, l'ho visto in film incredibili, come "Le Conseguenze dell'Amore", "Il Divo", "Una Vita tranquilla" eppure è famoso solo per "Gomorra", un capolavoro si intende, ma dire che è bravo solo per quel film vuol dire limitare la sua bravura o, forse, non riconoscerla affatto. 







 Di film italiani recenti e bellissimi ce ne sono davvero tanti e le scene che ho mostrato sono solo un piccolissimo estratto, così , giusto per farsi un'idea, ma mi piacerebbe che noi italiani fossimo più attenti ai nostri grandi attori e più entusiasti del nostro cinema.
Diciamoci la verità: spesso i premi più prestigiosi sono vinti da film che sono solo una grande accozzaglia di effetti speciali , come Avatar o, più spesso, da film stranieri che sono una solenne rottura di p.... e che riescono a farla franca solo perchè sono ritenuti "intellettualmente" più profondi (...sai che dormite!).






       

venerdì 30 novembre 2012

Volo


Quando il viaggio notturno
diventa volo
indosso le ali di cera
e divento Icaro

Volando in un immenso cielo
di irreale cobalto
non rischio di precipitare
perchè il sole blu
non scioglie la cera


- Luciana Figini -







lunedì 26 novembre 2012

L'Assenza







L’assenza dondola nell’aria 
come un batacchio di ferro
martella il mio viso martella
ne sono stordito


corro via l’assenza m’insegue
non posso sfuggirle
le gambe si piegano cado


l’assenza non è tempo né strada
l’assenza è un ponte fra noi
più sottile di un capello più affilato di una spada


più sottile di un capello più affilato di una spada
l’assenza è un ponte fra noi
anche quando
di fronte l’uno all’altra le nostre ginocchia si toccano”.

- Nazim Hikmet -







Tu assente che bisogna amare...
termine che ci sfuggi e  che ci insegui

come ombra d'uccello sul sentiero:
io non ti voglio più cercare.

Vibrerò senza quasi mirare la mia freccia
se la corda del cuore non sia tesa:
il maestro d'arco zen così mi insegna
che da tremila anni Ti vede

- Cristina Campo -










...For last year's words 
belong to last year's language
and next year's words 
await another voice... 

- Cristina Campo - 



 

Tutti i Colori del Mondo





Che bello essere donne
e che bello essere uomini che rispettano le donne
che bello essere giovani
e che bello essere anziani che parlano coi giovani
che bello essere magri
e che bello essere grassi-alti-molto alti-molto bassi-nani-giganti
che bello essere eterosessuali
e che bello essere gay-bisex o tutto quello che vi pare
che bello vestirsi alla moda
oppure vestirsi esattamante come ci pare
CHE BELLO PORTARE I PANTALONI ROSA
oppure neri oppure blu  oppure portare il kilt
che bello essere rockettari
oppure amare l'hip hop
oppure ascoltare Bach
che bello truccarsi
oppure odiare truccarsi

Che bello essere sportivissimi
o pigrissimi
amare i gatti
oppure i cani
oppure non sopportare gli animali

Che bello essere bianchi-neri-gialli-mulatti
avere i capelli neri-rossi-biondi-bianchi-grigi
ricci-lisci-lunghi
che bello essere calvi
che bello essere italiani
oppure americani-rumeni-inglesi-marocchini
francesi-egiziani-cinesi..ed è troppo lunga elencare il mondo!

Che bello credere in Dio
oppure in Allah
o seguire Buddha
credere nel karma
o nella reincarnazione
oppure nel Giudizio Universale

Che bello essere assolutamente atei

Che bello amare la pittura
oppure la scultura
oppure essere appassionati
di calcio o di rugby

Che bello credere ancora in un ideale
nella buona politica
nel volontariato
oppure essere un pò misantropi
e vivere chiusi nelle proprie quattro pareti
ma essere sempre pronti a sorridere a qualcuno
e ad accogliere un caro amico...

Luciana




sabato 17 novembre 2012

Forget the World...



Ancora non lo sai (...)
non lo sospetti ancora
che di tutti i colori
il più forte
il più indelebile
è il colore del vuoto?

- Vittorio Sereni -






Se rimanessi qui
se rimanessi sdraiato qui
ti sdraieresti con me 
per dimenticare il mondo?

- Snow Patrol -


venerdì 16 novembre 2012

Care Amiche Manzoniane


Un venerdì pomeriggio inaspettatamente libero.
Passeggio lungo Via Turati, a Milano; sono le 14.30 e alle 15 c'è un incontro alla Fondazione Corrente, che si trova a pochi passi da lì.
L'incontro riguarda il poeta Vittorio Sereni, di cui nel 2013 ricorrerà il centenario dalla nascita.
Ho una mezz'ora di tempo e decido di andare a visitare i luoghi della mia adolescenza.
Ecco Piazza Cavour, dove ogni mattina arrivavo dalla Stazione Nord con il tram 1.
Il tram c'è ancora e mi sembra ancora quello di quegli anni: stessi sedili di legno, stessi posti per "I mutilati e gli invalidi di guerra".
All'angolo della piazza c'è ancora la stele commemorativa dedicata a Claudio Varalli, morto il 16 Aprile del 1975.
Cioè un secolo fa.
La sensazione che provo è di malinconia e di allontanamento, ma allo stesso tempo ho come l'impressione di tornare indietro nel tempo e di rivedere le cose con la stessa lucidità di allora.
All'angolo tra Piazza Cavour e Via Manin c'era un negozio di dischi, che allora sbirciavo ogni mattina prima di entrare a scuola.
Il primo disco di David Bowie l'ho visto attraverso le vetrine di quel negozio.
Entro nei giardini pubblici di Via Palestro e mi lascio andare ai ricordi.
Ecco la ginkobiloba che ogni anno produceva frutti puzzolentissimi che si schiacciavano sotto i piedi.
Ed ecco Palazzo Dugnani, che era una volta la sede del Liceo Linguistico Manzoni.





 Tante immagini si sovrappongono una all'altra.
Ricordo una mattina di nebbia fitta: dal parco improvvisamente appare una ragazza, con i capelli lunghi e ricci e con una lunga mantella.
Le chiedo se non ha paura ad attraversare il parco da sola con quella nebbia e lei mi fa un risolino in faccia e poi entra a scuola.
Non ricordo neppure come si chiamasse.
Poi guardo la statua di Antonio Rosmini ( giuro, in cinque anni di Liceo non avevo mai letto il nome sotto il monumento) e mi ricordo di una mattina in cui aveva nevicato tantissimo e noi eravamo fuori a giocare a palle di neve.
Forse ci avevano fatto uscire prima, o forse era un giorno di manifestazione o di assemblea.
Ci divertivamo come matte a tirare palle di neve contro la statua del Rosmini, soprattutto contro certe parti anatomiche ( che ci immaginavamo soltanto noi, perchè la statua è assolutamente ultrapudica).
- Una cosa che non cambia nel mondo è che i ragazzi, a quella età, sono tutti incredibilmente citrulli! -


 


Guardo le finestre del palazzo e rivedo la palestra ( ma come si chiamava quella professoressa che ci dava ordini mentre lei rimaneva seduta bella comoda con la sua pelliccia? ).
Sorrido perchè mi ricordo che ci tiravamo calci di nascosto quando la tipa impellicciata non ci guardava.
Poi cerco di trovare la nostra classe quando eravamo in quinta, ma non me la ricordo.
Ci vorrebbe la Patrizia; lei sì che si ricorda tutto!
Davanti ad uno dei due ingressi ci mettevamo a vendere i libri in settembre, per racimolare i soldi per noi o per comprare i libri nuovi.

E' una bellissima giornata d'autunno; decido di sedermi sulla panchina vicino alla fontana e da lì mi riguardo ancora un pò il mio caro vecchio Liceo.
Care amiche della 5C di allora, lo confesso, anche se so che molte di voi rideranno: oggi ho una grande nostalgia addosso, ma ho solo voglia di farmela entrare dentro senza opporre resistenza.
Sono così pochi e preziosi i momenti in cui ci possiamo fermare per pensare o ripensare.
Me li voglio godere appieno.
Prendo un foglio ed una biro dalla borsa e mi metto a scrivere ; caro Vittorio Sereni arriverò un pò in ritardo all'incontro dedicato a te ma oggi ne vale la pena...






IL SENSO DEL TEMPO

Mi svuota dentro 
il senso del tempo
unico vincitore
di tutte le nostre battaglie

Lui ci precede
sempre
e a nulla valgono
i traguardi raggiunti
o le sconfitte brucianti

Lui se la ride
dei nostri dolori
e dei nostri ardori

E' lui 
che porta il vessillo
che arriva alla meta

Noi arranchiamo 
noi ci illudiamo
e ci culliamo 
nelle nostre chimere

Ma alla fine ci arrendiamo 

E allora lui si volta
ci degna di uno sguardo
ci regala un cenno
ci prende 
finalmente per la mano

Come un compagno ritrovato
ci riaccompagna 
sulle strade abbandonate
sui sentieri dimenticati

Adesso è qui con me
e si attarda
su questo caro ricordo
mi fa compagnia
raccontandomi 
le storie della vita
della nostra vita...

- Luciana Figini - 




mercoledì 14 novembre 2012

Just relax...



Gli astri d'intorno alla leggiadra luna
nascondono l'immagine lucente,
quando piena più risplende, bianca
sopra la terra.

- Saffo -






Ho visto l’eternità l’altra notte
come un grande anello di luce pura e sterminata
calma quanto splendente

- Henry Vaughan -







Le mani una volta erano ali
Per questo ora, mentre scriviamo, voliamo

- Lidija Vukĉević -





martedì 13 novembre 2012

Un Mare di Emozioni


Sono passati ormai più di 12 anni da quando è morto Lucio Battisti.
Quando si pensa a lui di solito vengono in mente le canzoni più famose, da "La Canzone del Sole" a "Il nostro caro Angelo" e già questi ricordi, che ormai sono triti e ritriti, muovono delle corde nel cuore di chi ha la mia età e fanno fare una specie di istantaneo ed emozionante viaggio nel tempo.
Perchè, che lo si abbia amato o meno, Battisti è stato un pezzo della nostra giovinezza.
Eppure la maggior parte della gente conosce poche canzoni del grande Lucio e si ferma sempre a quelle.
Senza assolutamente togliere nulla a "Fiori Rosa Fiori di Pesco" o ad "Acqua Azzurra", non dimentichiamoci di tutte le altre canzoni, magari meno conosciute, ma sicuramante emozionanti.
In pochi sono riusciti come lui a scavare nell'animo delle persone e a capirne le passioni ed i dolori.
Vogliamo provare a fare un piccolo viaggio che vada oltre i soliti "Mi ritorni in Mente" e "Il mio Canto Libero"?






Una situazione come tante, un testo piuttosto strano ma apparentemente semplice, un dolore immenso nascosto dietro quelle parole "..e adesso torno a te, con le miserie mie..."
"...scordando il già scordato color di mille lire...".
( perchè quel "Gli ho detto..." ?)
E' stata una relazione omosessuale? L'incontro con una prostituta? Oppure semplicemente la resa di una persona che non è in grado di essere se stessa e quindi accetta una relazione falsa, ipocrita, che spegnerà il suo entusiasmo, pur di non rimanere da sola?
Come diceva il grande poeta "Ai Posteri l'ardua Sentenza".
A noi rimane una canzone il cui testo ci tocca proprio dentro e la cui musica ci passa attraverso le vene...  
"...con le speranze nate morte che ...io non ho più il coraggio di dipingere di vita..."






E che dire di "Gli Uomini Celesti"?
Ricordo che alcuni miei coetanei particolarmente intolleranti e, diciamolo pure, molto ignoranti, bollavano Battisti come fascista e reazionario.
Bene, ascoltate il testo di questa canzone: è un inno alla libertà di scelta , è una spinta a sollevarsi e a reagire, senza farsi intrappolare da falsi idoli o illusioni.
Sembra una canzone scritta oggi, in cui abbiamo bisogno di sollevarci da "...fango e corruzione..." 
...................................
La speranza spezzata
è la tua eredità.
Fallimento di una vita
di coraggio e di viltà.
Troverai sul cammino
fango e corruzione.
E la voglia tu avrai
di sdraiarti al suolo
per guardare come in un film
i colombi in volo.
Ti faranno fumare
per farti sognare che
il futuro od "un messia"
presto tutto cambierà.
Ed avrai come vanto
una nuova condanna
ti diranno che il vento è
il respiro di una donna
per far sì che un lamento, uno solo,
copra ogni tormento di un velo.
Ma se tu rifiuterai
di giocare all'attore
forse un libro scriverai
come libero autore.
E tu forse parlerai
di orizzonti più vasti
dove uomini celesti
portandoti dei figli
ti diranno: "Scegli!"
ben sapendo che ridendo tu
tu a loro ti unirai... 





Battisti era un grande musicista, e questo spesso ce lo dimentichiamo.
A ricordarcelo fortunatamente ci sono alcuni straordinari pezzi solo musicali, spesso dal titolo bizzarro o misterioso ( ce n'era uno intitolato "Davanti ad un Distributore automatico di Fiori" ).
No signori, non appartengono al tanto deprecato periodo di Battisti-Panella, ma fanno parte dell'album "Amore e non Amore" del 1971.
Se allora non avessimo ascoltato solo "Anna" ci saremmo accorti che l'anima di Battisti era anche questa : misteriosa, effimera,volatile e che Pasquale Panella si sarebbe inserito tanti anni dopo proprio in questo angolo sconosciuto del cuore di Lucio.





Le canzoni del periodo di collaborazione con Pasquale Panella sono davvero di difficile ascolto e interpretazione.
Anch'io, come tanti fan di Battisti, all'epoca le rifiutai in blocco.
Mi sembravano sconclusionate, senza senso, quasi provocatorie.
Sembrava che Lucio ci godesse a non essere più capito.
Adesso, a distanza di tanti anni, mi sono riavvicinata, devo dire con fatica, a queste canzoni e piano piano mi stanno "quasi" piacendo.
I casi sono due: o erano davvero sproloqui senza senso, oppure era pura avanguardia e adesso, piano piano, siamo in grado di avvicinarci a loro.
In entrambi i casi sono canzoni uniche, da far "scivolare" dentro e da ascoltare più con l'anima che con la ragione.
E se ci si lascia andare si scoprono dei veri e propri gioielli musicali.







domenica 11 novembre 2012

Ascoltare la Musica con l'Anima


Certe cose si possono dire con le parole, altre con i movimenti. Ci sono anche dei momenti in cui si rimane senza parole, completamente perduti e disorientati, non si sa più che cosa fare. A questo punto comincia la danza.
               - Pina Bausch -






Ascoltate la musica con l'anima.
Non sentite un essere interiore che vi si risveglia dentro? È per lui che la testa vi si drizza, che le braccia si sollevano, che camminate lentamente verso la luce. E questo risveglio è il primo passo della danza come la concepisco io.
- Isadora Duncan -


 

sabato 10 novembre 2012

Blackbird







Merlo che canti nel cuore della notte
prendi queste ali spezzate e impara a volare
Per tutta la vita
hai aspettato
solo questo momento per librarti

Merlo che canti nel cuore della notte

prendi questi occhi scavati e impara a vedere
Per tutta la vita
hai aspettato
solo questo momento per essere libero

Vola merlo vola merlo

nella luce dell'oscurità della notte

Vola merlo vola merlo

nella luce dell'oscurità della notte

Merlo che canti nel cuore della notte

prendi queste ali spezzate e impara a volare
Per tutta la vita
hai aspettato
solo questo momento per librarti
hai aspettato
solo questo momento per librarti
hai aspettato
solo questo momento per librarti....

- Beatles-

Il Bello dei Giovani


A volte mi sento davvero fortunata a fare il mestiere dell'insegnante, soprattutto quando capitano episodi come quello che mi è capitato ieri.
Stiamo organizzando una gita a Londra in una delle mie classi, ma organizzare viaggi non è più facile come una volta.
Tante famiglie fanno fatica a pagare e così qualche studente deve rinunciare a quel viaggio che magari aveva sognato per tanto tempo.
Ho una studentessa straniera in classe che proviene da una famiglia economicamente disagiata.
E' una ragazza "tosta", che in meno di due anni ha imparato l'italiano e si sta arrabattando per riuscire a colmare tutte le sue lacune.
In classe è adorata da tutti: è una persona positiva, collaborativa e sempre pronta a dare una mano.
E poi ride sempre e tira su di morale tutti quando qualcosa non va.
Non ha i soldi per venire a Londra e tutti i suoi compagni sono dispiaciuti, perchè averla insieme in gita sarebbe davvero divertente.
Così parte il tam tam via Facebook ed i compagni di scuola raccolgono i soldi per pagarle più della metà del prezzo della gita.
Al resto ci penserà lei con qualche lavoretto nelle vacanze di Natale.
I compagni hanno preparato anche una letterina molto affettuosa per spiegarle il loro gesto e perchè non si senta offesa.
Mi hanno chiesto di essere presente mentre le consegnavano questa lettera, lei ha pianto, le compagne che gliela hanno consegnata avevano i lucciconi ed io mi sono commossa tantissimo.
L'Italia è razzista? I ragazzi sono tutti "bamboccioni" o "choosy"? La scuola italiana è allo sfascio?
Sono proprio contenta di rispondere NO, in modo più che convinto, a tutte e tre le domande!





domenica 4 novembre 2012

I Poeti



" Caduta Libera " di Gioxe De Micheli



I Poeti lirici creano i loro canti …in uno stato di divina insanità…
E come le Baccanti, quando sono fuori di sé, trovano latte e miele nei fiumi, così fanno le anime dei poeti… 
Il Poeta è una cosa leggera, alata e sacra ; né può comporre … se non sia in furore, e la ragione sia del tutto assente da lui…

- Platone -


Una Sera in Discoteca negli Anni 80


Non sopporto la pubblicità che interrompe i miei telefilm o i miei documentari , a meno che non siano le pubblicità con Neri Marcorè (piccoli capolavori!).
Così quando arriva l'odiata interruzione giro subito su MTV Gold e mi guardo qualche video musicale "d'annata".
Ultimamente si è aggiunto anche il canale di Radio Capital e così lo "scavo" musicale si è fatto ancora più sorprendente e profondo. Ci sono degli autentici pezzi di antiquariato!
E' su questo canale che ho trovato i due pezzi che seguono e che mi ero francamente dimenticata del tutto.






I pezzi da discoteca anni 70 sono spesso oggetto di discussione ed alcuni di essi hanno avuto una vera e propria valenza culturale, oppure hanno accompagnato dei grandi cambiamenti di mentalità .
La discoteca anni 80 era un luogo molto più frivolo e leggero, dove ci si esibiva, seguendo il pensiero molto edonistico e materialistico di quegli anni.
Insomma parliamo di canzonette e di melodie facili facili, che servivano solo per ballare.
Eppure qualche piccolo riferimento al disagio di quell'epoca c'è, come la "scatola di cartone" nella quale pensa di vivere il protagonista del primo pezzo, del gruppo dei, appunto "Living in a Box" - wow che fantasia! Lo stesso nome al gruppo e alla canzone!
Buon divertimento!











Il Bosco vicino a Casa


Quando si abita da tanto tempo nello stesso luogo spesso non ci si accorge dei lenti ma fondamentali cambiamenti che vi  hanno luogo.
Una domenica pomeriggio avevo un'amica ospite a casa mia ; c'era un tempo stupendo e decidemmo di fare quattro passi.
La portai al viale della Villa Bagatti, che si trova a due passi da casa mia, e, camminando camminando, raggiungemmo la pista ciclabile del canale Villoresi e poi il Bosco dei Gelsi.
Quella mia amica era entusiasta della passeggiata e mi disse che ero davvero fortunata ad abitare in un posto così bello.
In seguito ho spesso ripensato a quelle parole e mi sono chiesta come mai non me ne fossi mai accorta prima.






Così un pomeriggio di poche settimane fa ho preso la mia bicicletta e ho ripercorso il tragitto fatto a piedi con quella mia amica, fotografando gli scorci più belli ma sforzandomi anche di ricordare com'erano quei luoghi tanti anni fa.
Beh, chi ha la mia età si può ricordare benissimo che il Viale della Villa Bagatti era una discarica a cielo aperto, mentre ora è un luogo dove le persone si incontrano, fanno jogging,vanno in bicicletta e portano a spasso i cani.
Che fosse così mal tenuto a quei tempi noi non ce ne accorgevamo: giocavamo comunque, su di un prato così come vicino ad una discarica o sulle rive dell'inquinatissimo Seveso.






Il Bosco dei Gelsi inizia poco lontano dalla pista ciclabile del Canale Villoresi ed è un piccolo gioiellino.
In questi anni migliaia di alberi autoctoni sono stati piantati e, come dice il nome del bosco, soprattutto i gelsi, molto usati una volta in questi paesi , perchè c'era la coltivazione dei bachi da seta che, appunto, mangiavano le foglie di gelso.
Vicino alla superstrada il bosco si fa davvero fitto, sembra di essere in Brianza.


 


Non mi tiro mai indietro quando si tratta di criticare gli aspetti più negativi dei nostri paesi, ma in questo caso non posso che lodare l'iniziativa di chi ha ideato questo bosco e di chi tiene in ordine il Viale della Villa Bagatti e la pista ciclabile del canale Villoresi.
Una volta Varedo era famoso per essere uno dei paesi più inquinati della provincia di Milano ed il suo "benvenuto" te lo dava con la puzza terribile dei fumi della Snia.
Adesso le ciminiere della Snia sembrano dei giganti innocui in mezzo a questo verde stupendo a due passi da casa.