Che danza per le cime dei pioppi!
Anselmo a ogni passeggiata per le strade di campagna intorno al manicomio scopriva un acuto, un bagliore, una sorpresa della natura.
Bello andare a piedi, appoggiarsi al bastone di ciliegio, manovrarlo nell'aria, batterlo sul ciglio dei fossi.
Confortante essere libero.
Quel dopopranzo appunto c'era stato l'argenteo lassù, sulla punta dei pioppi, in vetta; le loro tempie dall'autunno erano già state ripetutamente potate.
Le ultime foglie graziose , rimaste leggere sulla cresta, cembali, tremolavano argentee nella serenità e mentre Anselmo passava per quella strada di campagna successe lo spettacolo.
Si alzò un soffio, un vento inanellò quelle foglie, partì dal fondo del filare e si allontanò verso l'inizio.
Insieme agli alti rami le chiome divennero puledri in una prateria, si mossero a onde come i delfini.
Si produsse una musica per tutto lo stuolo.
Contemplare quella fuga, il muoversi nella prateria del cielo!
- da " Per le antiche Scale " di Mario Tobino -
Nessun commento:
Posta un commento