venerdì 3 gennaio 2014

Questioni di Scelta


Ho appena finito di leggere un articolo sulle condizioni di lavoro all'interno del colosso Amazon.
Una giornalista dell' "Observer" ha raccontato quello che ha visto lavorando per una settimana in un magazzino di Amazon in Galles.
Questa una volta era terra di miniere; quando, già negli anni 80, le miniere vennero chiuse, divenne una terra di disoccupazione e disperazione.
Questi sono esattamente i "territori di frontiera" che Amazon tende ad "occupare"; dove ci sono alti livelli di disoccupazione e poche opportunità enonomiche i lavoratori sono disponibili a lavorare in condizioni precarie, a  fare qualsiasi tipo di turno e ad accettare paghe misere.



Contratti precari, turni di lavoro massacranti, licenziamenti facili; ecco quello che la giornalista ha osservato e provato sulla sua pelle.
Dalla fine degli anni novanta a oggi Amazon ha aumentato il volume di vendita in maniera esponenziale e ciò le ha permesso di espandersi sempre di più.
All'inizio Amazon vendeva libri, adesso vende di tutto,dai giocattoli agli oggetti più stravaganti che si possa immaginare.
Una volta il Galles era famoso per le condizioni di vita miserevoli dei suoi minatori, oggi gli addetti di Amazon vivono comunque in situazioni miserevoli, ma non più per estrarre preziosi minerali ma...per inviare oggetti in tutto il mondo...
La giornalista dell' Observer ha consumato scarpe e gambe, ha saltato i pasti, ha fatto turni di più di dieci ore per imballare e spedire oggetti tra i più disparati e, a volte, tra i più bizzarri.
Tra le sue mani sono passati braccialetti della fortuna degli One Direction, tutine per cani, grattiere per gatti a forma di console per dj, affetta banane, rami finti, cibi biologici per cani vegetariani, per cani obesi e per cani diabetici, televisori da 52 pollici, confezioni di acqua da 6 bottiglie importate dalle Fiji fino ad arrivare ai giocattoli erotici normali ed oversize ( non sto qui a descrivere le dimensioni di questi giochi oversize ).



Non voglio criticare chi ordina libri o oggetti vari da Amazon.
Io stessa qualche anno fa ordinai un libro introvabile di William Blake attraverso Amazon, per poi scoprire che la qualità editoriale era pessima e che veniva dalla Cina.

Quello che voglio dire è che, in fin dei conti, dipende tutto da noi.
Se pretendiamo di avere a casa, con la massima comodità e la minima spesa, ogni tipo di libro o oggetto è chiaro che poi questo si ripercuote sui negozi, che chiudono, sui lavoratori, che vengono sfruttati, sulla qualità dei libri e degli oggetti, che diventerà pessima.
Il nostro desiderio insaziabile di prodotti scontati, consegnati a domicilio in modo veloce ed efficiente, ha un prezzo.
E' questo che dovremmo capire: è solo una questione di scelta.
Davvero è così figo ordinare i libri via computer e lasciare che le librerie di paese chiudano?
Davvero è necessario farsi arrivare ogni tipo di oggetto improbabile e bizzarro da Amazon?
Forse sarebbe più divertente cercarlo in un negozio; forse sarebbe meglio capire che, semplicemente, non ci serve!
Oppure ce ne possiamo fregare: possiamo continuare lietamente a riempire i nostri carrelli virtuali e a svuotare i nostri cervelli reali, rimanere delle felici pedine manovrate da questi giganti che ci convincono di avere dei bisogni inesistenti, che distruggono ogni tipo di concorrenza, che reintroducono la schiavitù sul lavoro e che fanno terra bruciata dietro di sè.

Sono troppo catastrofica?
Può darsi, ma sono convinta che valga la pena pensarci un pò... 


 
 

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