Una poesia di molti anni fa, qualche brano magico di Enya e...
il viaggio può avere inizio anche stasera...
Le nebbie di Avalon
Improvvisa
la tua
voce
di
cristallo puro
irrompe
attraverso
i ghiacciai
e
trascina con sé
le
folle
dei
nostri pensieri
Apri
la porta
al
mondo della magia
al di
là di essa
paesaggi
sconfinati
e
distese infinite
di
mare ribollente
per
placare
la
nostra sete
di
libertà
Mi
conduci per mano
su di
una spiaggia
ancestrale
fitta
di
minuscole
conchiglie
bianche
e
lambita
da un
mare
di
avorio e cobalto
Mi
scagli
verso
l’orizzonte
sopra
tutte le cime
più
inaccessibili
e
rendi le mie mani ali
ali di
condor
libero
e maestoso
a
planare
sopra
i
lontani presepi terrestri
Poi
improvviso
il
tuffo
fammi
navigare
fammi
risalire
oltre
Tripoli
ed il
Mar Giallo
fino
alle ombre di Avalon
e al
potere di Babilonia
al di
là
della
Barriera Corallina
mi hai
lanciato
come
una freccia
dall’arco
della tua musica
ed il
viaggio
è
appena iniziato…
verso
l’isola della Luna
a Nord
e poi a Est
fino
all’estremo Sud…
Il
tocco delle tue dita
accarezza
i
tasti del pianoforte
come
le mani di una donna
che
accarezzano l’amante
come
il tocco felpato
dell’amore
e del
desiderio
è la
tua musica
che
scivola
dal
cuore
più
in basso
dove
tutte
le emozioni
si
raccolgono
…e
subito è la quiete
cade
la sera
e le
ali si raccolgono
ed i
passi si fanno pesanti
mentre
attraversiamo il bosco
verso
un luogo
dove
nessuno ci può seguire
…a
casa…
…proprio
a casa…
…pur
essendo mille miglia lontani
La
voce
di
nuovo la tua voce
magia
o
maleficio
che ci
invita
a
perdere la ragione
E di
nuovo
è il
frangersi delle tempeste
contro
gli scogli d’Irlanda
il
boato dell’oceano
attraverso
le grotte
del
tempo
la
pioggia battente
sul
tetto di una capanna
fatta
di paglia
L’ho
già sentito
questo
suono
nelle
pietre dei Celti
le ho
toccate
le ho
ascoltate
avevano
la stessa melodia
della
tua voce
Voce
del tempo
e
dello spazio
hai
riportato in vita
il
mistero di Stonehenge
e
tutte le paure
e
tutte le emozioni
dell’uomo
che
parlava la tua lingua
Il
suono della cornamusa
ci ha
risvegliato
dormivamo
sulla
nostra isola
il
sonno più pesante
quello
che tutto riduce
a
fredda razionalità
quello
che non fa più distinguere
la
bellezza
la
passione
lo
sguardo di un amico
il
colore del desiderio
Ci hai
destato
ed ora
tutti
noi
come
in un sogno
ad
occhi aperti
abbiamo
ripreso
le
nostre canoe
ed
abbiamo lasciato
l’isola
tranquilla
per
affrontare
le
nebbie del mistero…
Il
mare è vasto e buio
ed
abbiamo tutti paura
ci
voltiamo
e
quasi con sollievo
scopriamo
che la
riva è già lontana
già
si aprono
davanti
a noi
le
nebbie di Avalon
ed il
cuore
quasi
scoppia
di
impazienza
ed
eccitazione
- Luciana Figini - (1996 - ascoltando Enya )
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