lunedì 21 aprile 2014

In Viaggio con Enya

Una poesia di molti anni fa, qualche brano magico di Enya e...
il viaggio può avere inizio anche stasera...



Le nebbie di Avalon



Improvvisa

la tua voce

di cristallo puro

irrompe

attraverso i ghiacciai

e trascina con sé

le folle

dei nostri pensieri



Apri la porta

al mondo della magia

al di là di essa

paesaggi sconfinati

e distese infinite

di mare ribollente

per placare

la nostra sete

di libertà





Mi conduci per mano

su di una spiaggia

ancestrale

fitta

di minuscole

conchiglie bianche

e lambita

da un mare

di avorio e cobalto



Mi scagli

verso l’orizzonte

sopra tutte le cime

più inaccessibili

e rendi le mie mani ali

ali di condor

libero e maestoso

a planare

sopra

i lontani presepi terrestri








Poi

improvviso

il tuffo

fammi navigare

fammi risalire

oltre Tripoli

ed il Mar Giallo

fino alle ombre di Avalon

e al potere di Babilonia

al di là

della Barriera Corallina

mi hai lanciato

come una freccia

dall’arco della tua musica

ed il viaggio

è appena iniziato…

verso l’isola della Luna

a Nord e poi a Est

fino all’estremo Sud…





Il tocco delle tue dita

accarezza

i tasti del pianoforte

come le mani di una donna

che accarezzano l’amante

come il tocco felpato

dell’amore

e del desiderio

è la tua musica

che scivola

dal cuore

più in basso

dove

tutte le emozioni

si raccolgono



e subito è la quiete

cade la sera

e le ali si raccolgono

ed i passi si fanno pesanti

mentre attraversiamo il bosco

verso un luogo

dove nessuno ci può seguire

a casa…

proprio a casa…

pur essendo mille miglia lontani

La voce

di nuovo la tua voce

magia

o maleficio

che ci invita

a perdere la ragione






E di nuovo

è il frangersi delle tempeste

contro gli scogli d’Irlanda

il boato dell’oceano

attraverso le grotte

del tempo

la pioggia battente

sul tetto di una capanna

fatta di paglia



L’ho già sentito

questo suono

nelle pietre dei Celti

le ho toccate

le ho ascoltate

avevano la stessa melodia

della tua voce



Voce del tempo

e dello spazio

hai riportato in vita

il mistero di Stonehenge

e tutte le paure

e tutte le emozioni

dell’uomo

che parlava la tua lingua



Il suono della cornamusa

ci ha risvegliato

dormivamo

sulla nostra isola

il sonno più pesante

quello che tutto riduce

a fredda razionalità

quello che non fa più distinguere

la bellezza

la passione

lo sguardo di un amico

il colore del desiderio



Ci hai destato

ed ora

tutti noi

come in un sogno

ad occhi aperti

abbiamo ripreso

le nostre canoe

ed abbiamo lasciato

l’isola tranquilla

per affrontare

le nebbie del mistero…








Il mare è vasto e buio

ed abbiamo tutti paura

ci voltiamo

e quasi con sollievo

scopriamo

che la riva è già lontana

già si aprono

davanti a noi

le nebbie di Avalon

ed il cuore

quasi scoppia

di impazienza

ed eccitazione


- Luciana Figini - (1996 - ascoltando Enya )




















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