sabato 14 dicembre 2013

La Stanza di Vetro

In mezzo alla stanza c'è un tavolino stile tirolese, con un portacenenre colmo di cicche di sigarette.
Anche le sedie sono nello stesso stile; sotto il portacenere c'è una tovaglietta di tela ricamata , di quelle con il punto a croce e la frangetta tutt'intorno.
E' un pò sgualcita, ma è piacevole al tatto, come le cose antiche.

La donna è seduta su di una panca e fuma una sigaretta dietro l'altra , mentre guarda un vecchio telefilm poliziesco da un televisore in bianco e nero.
Per non disturbare i clienti dell'albergo il volume è bassissimo e del resto la donna non sta ascoltando molto attentamente.

Sono già le undici passate e nell'albergo non si sente più neppure un rumore; sono già tutti a letto a quest'ora.
I clienti sono quasi tutti persone anziane, così alla sera c'è ben poco movimento.
Fuori fa un freddo cane e nessuno si avventura.

La donna si è stancata del telefilm ed ha spento la televisione; sta per accendere la luce , ma qualcosa la trattiene.
La stanza ha delle ampie vetrate e proprio fuori dalle finestre si può vedere uno dei lampioni della strada.

La donna si mette a contemplare il paesaggio accendendosi l'ennesima sigaretta.
Rimane un pò ad ammirare gli immensi pini rossi candidi di neve e le luci lontane delle altre abitazioni disseminate nella valle.

Poi ad un tratto un rumore lieve, caldo, felpato, come un gomitolo soffice di lana che cade su di un tappeto.

Tutto tace intorno; dalle stanze vicine si sente qualche flebile lamento, il rumore lontano di qualcuno che russa.

Di nuovo il rumore di prima .
Questa volta è un pò più pesante, ha preso un ritmo chiaro e cadenzato...

Dentro la stanza di vetro c'è la donna con la sua solitudine.
Fuori, sugli sconfinati boschi della Foresta Nera, ha  ricominciato a cadere la neve...


- Luciana Figini - ( scritto nel gennaio 1981 a Obertal , Germania )








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