domenica 3 novembre 2013

Meno Tecnologia nell'Epoca tecnologica

Quando sento parlare dell'uso delle "nuove tecnologie" a scuola a volte mi viene da sorridere, altre volte mi deprimo.
Per chi non lavora all'interno delle scuole sembra che ormai tutto viaggi via Internet, via tablet e via Google.
Ovviamente la situazione è ben diversa.
Prima di tutto manca la "materia prima"come computer decenti ed in numero sufficiente per tutti gli studenti e connessioni affidabili.
La verità è che i mezzi che abbiamo a disposizione sono scarsissimi e che i pochi esempi di reale innovazione sono solo merito di alcuni colleghi in gambissima ( io non sono tra di loro ) che passano tanto del loro tempo , quasi sempre volontariamente, a cercare di tirare fuori nuove soluzioni e nuovi modi di fare lezione utilizzando quasi sempre tecnologie già vecchie.
Io li ammiro davvero tantissimo; sono dei maghi che tirano fuori il coniglio dal cappello, sono dei professionisti che fanno dei miracoli con computer che farebbero ridere qualunque impiegato di qualunque ditta media.




Per chi , come me, è tecnologicamente un pò ignorante, non resta che arrangiarsi e fare del proprio meglio, ma ecco che il coniglio dal cappello salta fuori davvero!
Facendo due conti molto semplici si può scoprire che, almeno noi docenti di lingue, eravamo molto più "tecnologizzati" dieci anni fa che oggi.
Seguitemi:
- dieci anni fa avevamo, appunto, dieci anni in meno e quindi molta più grinta e voglia di imparare; l'età media degli insegnanti oggi va dai 50 ai 60; comprensibilmente la stanchezza comincia a farsi sentire...oddio poveri studenti che tra cinque, sei anni avranno in classe una generazione di nonni!
- dieci anni fa il numero di studenti per classe variava dai 20 ai 25; oggi la media è 28/30/32 e a volte non c'è posto per tutti nei laboratori...ergo spesso si rinuncia...
- dieci anni fa il numero di ore di lingue per classe era mediamente 4, in certi istituti tecnici 5, quindi avevamo il tempo per fare lezione, interrogare e andare in laboratorio linguistico almeno una volta ogni dieci giorni e quindi vedere dei film in lingua, fare gli esercizi di ascolto,di conversazione, vedere dei pezzi di notiziari della BBC o della CNN, ascoltare le canzoni ecc...
Oggi, con 3 misere ore a settimana ( in alcuni istituti due ) e con le classi ridotte a pollai abbiamo appena il tempo per far lezione, interrogare alla belle e meglio e fare qualche verifica...ergo il tempo per andare in laboratorio linguistico non c'è...e ognuno di noi ha più classi che in passato; insomma una marea tale di facce che si fa fatica davvero a ricordare i nomi degli studenti!



Noi insegnanti di lingue siamo stati spesso dei precursori a livello tecnologico; i registratori, i laboratori linguistici, i film in lingua straniera, sono tutti supporti che la maggior parte di noi usa fin dagli anni ottanta e che poi sono stati via via sostituiti dai DVD, dai CD ROM, da Google e da Youtube.
Ricordo quando preparavo gli esercizi di ascolto utilizzandi i testi delle canzoni oppure registravo dei pezzi di notiziari della BBC da far vedere in classe.
I nostri libri, sia di lingua che di letteratura, sono da sempre corredati da CD di ascolto e, prima ancora, da musicassette con le registrazioni degli esercizi o dei brani di letteratura.
Era il 1989 quando feci ascoltare ai miei studenti la registrazione di un brano del "Julius Caesar" di William Shakespeare interpretato da veri attori inglesi, il brano dove Marco Antonio parla alla folla in delirio; era stato emozionantissimo, sia per me che per i ragazzi.
Ma allora c'era il tempo per fare tante cose e le classi, almeno nel triennio, erano poco numerose e quindi gestibili.
Il paradosso è proprio questo; nell'era della tanto decantata tecnologia non c'è più il tempo sufficiente per usarla!
Che qualcuno me lo spieghi, se è capace: come fanno degli insegnanti anziani, con molte più classi e molti più studenti di una volta ma con molte meno ore per classe ad innovare la scuola italiana?
Se c'è un mago nei dintorni che è capace di fare questo trucco dovrebbe venire a spiegarmelo!
...magari me lo potrebbe spiegare la Gelmini!




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