lunedì 18 giugno 2012

Paura di dimenticare


Gabriel Garcia Marquez ha l'Alzheimer, quel male senza speranza che, a poco a poco, ti fa dimenticare tutto, ti fa dimenticare anche di avere dimenticato.
Come un enorme buco nero tutto è piano piano risucchiato per non riapparire mai più.
Nel suo romanzo più famoso, "Cent'anni di Solitudine", proprio quello che ha incantato tanti della mia generazione, c'era già scritto tutto, come se Marquez avesse già previsto, o temesse, quello che poi si è avverato...
Ricordate quando gli abitanti di Macondo a poco a poco perdono la memoria?
Sono costretti a mettere cartelli ovunque per ricordarsi di quello che devono fare o per riconoscere le cose, le persone , gli animali.


" Allora fu più esplicito. Il cartello che appese alla nuca della vacca era un modello esemplare del modo in cui gli abitanti di Macondo erano disposti a lottare contro la perdita della memoria : Questa è la vacca, bisogna mungerla tutte le mattine in modo che produca latte e il latte bisogna farlo bollire per aggiungere al caffè e fare il caffellatte.
Così continuarono a vivere in una realtà sdrucciolosa, momentaneamente catturata dalle parole , ma che sarebbe fuggita senza rimedio quando avessero dimenticato i valori delle lettere scritte. 
Sull'entrata della strada della palude avevano messo un cartello su cui era scritto Macondo e un altro più grande nella strada centrale che diceva Dio esiste..."

( Da : "Cent'anni di Solitudine" - di G.Garcia Marquez)  




  

Perdere la memoria fa paura : è come non essere mai esistiti , è come essere un foglio bianco che viene continuamente scritto e cancellato.

Nel libro "L'Oblio" di Elie Wiesel il protagonista, Malkiel, è alle prese con l'Alzheimer galoppante del padre, Elhanan, che gli chiede di ricordare al suo posto.
Così Malkiel parte verso il passato.
Alla ricerca dei luoghi  del padre conduce una strana, magica inchiesta, durante la quale l'oggi e lo ieri si intrecciano sulla sua strada.

" - Già le parole mi tradiscono e mi ridicolizzano : scolorite, disincarnate, tutte; già la mia ragione ha vergogna dei propri limiti, della propria opacità. Che ne sarà di me , figlio mio ?
- Se ti poni delle domande , significa che le tue facoltà ci sono ancora.
- Ma un giorno o l'altro dimenticherò anche queste domande.
- Un giorno, un giorno...
- Domani? La settimana prossima? Devo sbrigarmi. La storia che non ti racconterò sarà perduta per sempre.L'idea che ti comunico non verrà mai fuori. L'avvenimento di cui non sentirai il resoconto sarà cancellato dalla storia per sempre. Già tutto si confonde nella mia testa..."

( da "L'Oblio" - di Elie Wiesel )


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