giovedì 27 giugno 2013

Prima della New Age c'era Claudio








Non mi stancherò mai di ripeterlo: gli anni settanta sono stati una immensa miniera di idee, di musica, di cultura, ma anche di grandi contraddizioni.
Claudio Rocchi è morto in questi giorni e nella cultura degli anni settanta ci stava immerso, ma quello che cantava, quello che pensava, era strano, difficile da afferrare e da capire.
In un'epoca di scontri di piazza e di grande musica rock Claudio proponeva l'amore, l'avvicinamento al " Tutto ", la ricerca spirituale.
Aveva il suo spazio nella mitica trasmissione radiofonica " Per voi Giovani ", ma sembrava un alieno, un etereo cantore della pace e della spiritualità accanto ai gruppi rock che spaccavano le casse con il loro fracasso.
Invitava a guardarsi dentro e a cercare l'amore nelle spesse corrazze che ci portavamo dietro; invocava la pace in un periodo nel quale era usuale vedere qualcuno che si scazzottava in piazza per ragioni politiche.
Meditazione, dolcezza, amore puro, libertà dalle apparenze, ricerca di Dio: che parole strane per quell'epoca, in cui scoppiava una bomba ogni mese da qualche parte e nella quale il concetto stesso di fratellanza cozzava ogni giorno contro gli atteggiamenti intolleranti verso chi non la pensava come te.
Eppure le sue parole non sono mai andate perse; si sono insinuate nelle nostre menti e da lì non sono più uscite, perchè erano , e sono , le parole di un visionario, di una persona che inseguiva un'utopia spirituale ma anche terrena.
E lo sappiamo, anche i più duri sono sensibili alle visioni, ai sogni e alle utopie; fanno parte di noi, in qualsiasi epoca, anche se facciamo finta di deriderle.
Ciao Claudio, adesso sì che puoi fare il tuo "Volo magico", libero come l'aria e leggero come il tuo Dio.
Grazie dell'amore che ci hai regalato, anche di quello che allora non abbiamo capito...





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