domenica 15 marzo 2015

Alla Ricerca delle Radici - Terza Parte


Circa due milioni di anni fa la pianura Padana era interamente occupata dal mare.
Anche Varedo, come tutto il resto della Lombardia e di gran parte delle regioni vicine faceva parte di quel vasto golfo naturale che è il Mar Adriatico.

Mi fa un pò impressione leggere queste prime righe del libro di Mario Merati  "Varedo".
Guardo fuori dalla mia finestra e cerco di immaginare tutto questo mare di cemento e di asfalto trasformato in un mare vero, come nel Pliocene.

Queste zone si sono trasformate da paesi contadini a paesi industriali in pochi anni e poi le grandi fabbriche della Brianza hanno lentamente chiuso una dopo l'altra: la Snia Viscosa, la Tonolli, l'Acna, l'Induma e la maledetta Icmesa.
Il cemento e l'asfalto hanno lentamente ma inesorabilmente divorato tutto il verde e tutti i campi disponibili, ma ora, dove è possibile, ci riprendiamo qualche spazio verde, come la pista ciclabile del Canale Villoresi, come il Viale della Villa Bagatti o il parco del Grugno Torto...corsi e ricorsi...

Perchè queste riflessioni forse un pò retoriche?
Nel 1978 in zona Valera di Varedo, durante una trivellazione, furono portate alla luce parecchie conchiglie fossili della classe dei Gasteropodi, che come dice sempre il Merati -  sono organismi di chiara natura marina ancora attuali e reperibili nella medesima struttura lungo le rive dell'Adriatico -


Conchiglie fossili ritrovate alla Valera

Ecco, prima o poi anche noi faremo la stessa fine delle conchiglie; forse ci sarà un maremoto o un terremoto o chissà quale catastrofe in un futuro lontano, quando avremo già smesso di esistere da un pezzo e così anche noi lentamente diventeremo dei fossili.
Che divertimento, pensate: magari tra un milione di anni, sempre che la Terra esista ancora, un altro essere vivente e pensante troverà il mio scheletro fossilizzato in fondo a Via Madonnina e si chiederà a cosa diavolo servisse quell'apparecchio ormai distrutto dal tempo con una tastiera ed uno schermo.
...Follie della mente in una sera di metà marzo!
Ma continuiamo e arriviamo al periodo delle grande glaciazioni.




Sempre Merati racconta delle grandi glaciazioni, che si alternarono per millenni e che, ovviamente, interessarono anche la Lombardia:

Allo sciogliersi dei ghiacciai i fiumi, i torrenti e gli effetti delle diluvioni invasero le valli alpine per sfociare in pianura , trascinando lungo il loro percorso enormi quantità di detriti che valsero a colmare l'ampio golfo marino, fino a formare la pianura Padana.

E' durante questo periodo di disgelo che il Seveso scorre impetuoso anche attraverso Varedo, trasportando detriti ovunque.
Il letto del Seveso allora era ovviamente molto più largo di quanto ci si possa immaginare e le pietre tipiche del letto di un grande fiume si possono ancora oggi ritrovare sotto le nostre case.
Ricordo mia nonna che mi portava con sè nell'orto quando ero ancora piccola per assistere alla raccolta delle patate.
Si affondava una forca nel terreno e con quella si faceva leva: ecco apparire come per miracolo delle belle e grosse patate e... un sacco di grossi e lisci ciottoloni di fiume!
Anche quando costruimmo sopra mia madre e facemmo fortificare le fondamenta della casa vennero fuori dal terreno questi strani e lisci ciottoloni.

Quindi, esattamente sotto casa mia a quei tempi scorreva un immenso e vorticoso fiume!
E poi vennero le palafitte, ma questa è un'altra puntata...




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