sabato 6 giugno 2015

Una Storia bellissima




Benjamin Clementine


Benjamin Clementine l'ho ascoltato per la prima volta durante una puntata di X Factor (...ebbene sì, anch'io lo guardo) .
Era ospite alla serata e la sua voce mi ha subito colpito nel cuore.
Lo capisci quando qualcosa o qualcuno è autentico, vero, genuino.
Diciamoci la verità: guardare X Factor è un passatempo, è un modo per svuotare la mente e rilassarsi.
Ma da X Factor, a parte Marco Mengoni, non è mai uscito un vero talento e per vero talento intendo un cantante che ti parla, che comunica con te, che ti regala una voce fuori dal comune, che ti racconta delle storie, che ti emoziona con la sua musica.
Benjamin è uno di qesti: è genuino, è se stesso, ha una voce incredibile ed una storia pazzesca da raccontare, una storia che è quasi una favola.
Leggetela qui sotto, da La Repubblica- spettacoli del  23 gennaio 2015:

Non c’era posto per musica e poesia a Edmonton, la banlieue londinese in cui Benjamin Clementine è nato e cresciuto. L'unico consiglio che suo fratello maggiore riuscì a dargli, quando finalmente capì che il ragazzo era più interessato ai libri che al pub, fu: "Leggiti un dizionario". E lui lo fece. 
"L’ho mandato a memoria ma non mi basta, ne sto scrivendo uno mio", esordisce l’artista anglo-ghanese che da sei anni vive a Parigi, in fuga dalla propria timidezza, dalla fragilità, dall’incertezza, dall’indifferenza e dal mare di guai in cui quella periferia l'avrebbe affogato, in rotta di collisione già dalle elementari, quando rubò una tastiera giocattolo a una compagna di classe pur di avere uno strumento che accompagnasse le sue rime precoci.
 A Parigi l'hanno scoperto, gli hanno proposto un contratto discografico, l’hanno riconosciuto come artista.

"Se solo Nina Simone fosse stato un uomo...", ha mormorato Paul McCartney durante uno spettacolo televisivo inglese in cui erano ospiti entrambi. E ora? 
"Ora sono più insicuro di prima. Non riesco neanche ad abbordare una ragazza. Riesco solo ad alzarmi dal letto e cantare le mie canzoni», mormora il ragazzone alto quasi due metri, una nuvola di capelli afro, la sciarpa rossa dello chansonnier che avrebbe fatto colpo su Toulouse-Lautrec. A diciannove anni Benjamin, innamorato di William Blake e Erik Satie, lascia Londra e vola a Parigi. Non ha altra casa che la strada, altra risorsa che la chitarra.
Clochard, alloggi improvvisati, ostelli, e per palcoscenico angoli di strada; poi l’upgrade alla Linea Due del Metrò, un sollievo suonare al caldo per un pubblico che sembra apprezzarlo.
Le sue esibizioni, disturbate dal sibilo delle porte automatiche, finiscono su YouTube. 
Il passo successivo sono i club, dove dà sfoggio di una esuberante libertà espressiva esibendosi con un'energia che a molti ricorda Screamin' Jay Hawkins. Da noi approda la prima volta come supporter del tour di Stromae, l’artista belga che come tutti ha una sola parola per definire il potere del giovane performer: "choc!". 






Leggendo della timidezza estrema di Benjamine capisco il motivo per il quale, durante l'esibizione a X Factor, non è stato intervistato: un pezzo e poi via, subito sparito dietro le quinte.
E' una persona schiva, uno sconfitto che non si è ancora reso conto della propria incredibile bravura.
Non c'è niente da fare: l'arte, quella vera, viene quasi sempre dalla strada, dal dolore e dalla sconfitta.
Ce lo insegnano Van Gogh e Franz Kafka, Fabrizio de Andrè e Demetrio Stratos.
A X Factor potremo continuare a vedere e sentire i cloni di Adele o di Ed Sheeran, magari prima o poi verrà fuori un altro Marco Mengoni od un'altra Emilie Sandè, ma la musica, quella vera, quella che ti fa emozionare, è altra cosa....

" ... io, Benjamin
sono nato
quindi quando sarò qualcuno un giorno
mi ricorderò sempre
che vengo dal nulla 

nessuno sa perché mi prendi in giro
perché questa camminata
è un cammino già fatto
e nessuno sa perché la strada sembri così lunga
perché l’ho già fatta prima..." ( da " Condolence" )







" Sono solo, solo in una scatola di pietra
Dicevano di amarmi ma stavano mentendo
Sono solo, solo nella mia scatola

E questo è il luogo che ora possiedo
E' la mia casa, la mia casa, la mia casa... " ( da " Cornerstone " )



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